Quali sono i bandi del PNRR per la digitalizzazione del patrimonio giornalistico

All'interno del piano legato a Next Generation EU, parte dei fondi sono stati destinati alle fondamenta per la realizzazione (da definire) di una emeroteca digitale nazionale

28/03/2023 di Redazione Giornalettismo

Convertire quel che è reale e tangibile in digitale. Questo è uno degli obiettivi inseriti all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. All’interno del pacchetto di proposte inviate alla Commissione Europea (a cui è stato dato il via libera nell’ambito del programma Next Generation EU) e che fanno parte del PNRR, ci sono molti bandi pubblici relativi non solo alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, ma anche a quella del patrimonio culturale. Necessità che sono al passo con il tempo, essendo entrati (da tempo) in quella fase storica in cui buona parte della vita delle persone viene trascorsa online.

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Scuola, Medicina, Pubblica Amministrazione e Cultura. Questi sono i segmenti alla base della digitalizzazione prevista dal PNRR. Ovviamente, si tratta di settori differenti per numerosi motivi: dal “pubblico” di riferimento alle caratteristiche della voltura al digitale, passando per la possibilità di fruizione e i paletti normativi che regolamentano gli strumenti necessari affinché questi progetti trovino una forma.

I bandi PNRR digitalizzazione patrimonio culturale

Per quel che riguarda i bandi PNRR digitalizzazione del patrimonio culturale, il MiC ha reso noti gli obiettivi strategici da inseguire. E la “Misura 1” riguarda proprio questo argomento:

«Il primo intervento a sostegno del patrimonio culturale per la prossima generazione prevede investimenti per creare un patrimonio digitale della cultura: si investirà per digitalizzare il patrimonio culturale, favorendo la fruizione di queste informazioni e lo sviluppo di servizi da parte del settore culturale/creativo. Questa misura sosterrà inoltre interventi dedicati a migliorare l’accessibilità dei luoghi della cultura e la sostenibilità ambientale, in termini di efficientamento energetico di musei, cinema e teatri (pubblici e privati)».

Il fondo stanziato, per completare questo obiettivo, è di 1,1 miliardi di euro. E da lì, a partire dallo scorso mese di agosto, sono stati pubblicati alcuni bandi per inseguire questo progetto di digitalizzazione del patrimonio culturale.

Gli archivi giornalistici in formato digitale

Per quel che riguarda la creazione degli archivi giornalistici, nell’ottobre del 2022 è stato pubblicato un bando – gestito da Invitalia, che ha il ruolo di Centrale di Committenza – che fa parte della categoria “Carta: documentazione catastale (registri e mappe) e giornali quotidiani postunitari”. Il piano ha un valore complessivo di 27,9 milioni di euro di cui – però – solamente una parte è rivolta alla digitalizzazione di 12 milioni di pagine di giornali cartacei. E riguarda le biblioteche, come spiegato sul portale ufficiale Digital Library:

«Prevede la digitalizzazione di una ingente quantità di giornali quotidiani postunitari, editi in diverse città d’Italia fra il 1861 e il 1955, e oggi conservati negli importanti fondi delle Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e Roma e delle Biblioteche Nazionali di Milano e di Napoli. Si tratta di un patrimonio prezioso per la ricostruzione di una storia plurale come quella del nostro Paese: un bene di grande interesse dal punto di vista sociale, economico, culturale. In molti casi, i giornali restano i soli testimoni di vicende che nessun altro documento riesce più a restituire. Un tassello fondamentale, quindi, per riannodare, dal basso, i fili della nostra storia sociale e politica, e un passo decisivo verso l’ambizioso progetto di costituire una emeroteca digitale nazionale».

Dunque, tra i bandi PNRR digitalizzazione del patrimonio culturale ci sono anche quelli basati su fondi in grado di mettere le basi in vista di un obiettivo ancor più importante. La realizzazione di una emeroteca digitale nazionale.

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