Quale sarà l’impatto del PNRR sulla Telemedicina

La cifra totale stanziata per la Sanità digitale è pari all'8,16% dei fondi europei, ma ci sono alcune distinzioni e categorie

19/01/2023 di Enzo Boldi

Il futuro è digitale, anche per quel che riguarda la Sanità in Italia. Da anni, infatti, prosegue – seppur con lentezza – il processo di digitalizzazione di settori pubblici strategici. E anche la medicina è al centro di un profondo rinnovamento per cercare di permettere ai cittadini di usufruire di nuovi mezzi di comunicazione (che si tratti di collegamenti video o applicazioni ad hoc) per interfacciarsi con un professionista del settore sanitario. Parliamo di Telemedicina e di come potrebbe assumere un ruolo molto più centrale, nel nostro Paese, grazie al PNRR. Tra i piani di investimento, infatti, è stato deciso di stanziare un miliardo di euro sugli oltre 15 miliardi e mezzo stanziati per il progetto Salute Italia.

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Lo stanziamento non è elevatissimo, anche se il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede – come già indicato nel report di attuazione dell’ottobre del 2022 – un investimento totale nel comparto Sanità pari a 15,63 miliardi di euro (equivalenti all’8,16% del totale dei fondi europei del programma Next Generation UE). La cifra totale, infatti, è suddivisa in diversi livelli applicativi: una parte andranno al Rafforzamento del sistema di raccolta e analisi dei dati per la governance del Servizio Sanitario Nazionale, un’altra allo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico, per poi arrivare al Progetto pilota di Intelligenza Artificiale (declinato in ambito sanitario).

Telemedicina e PNRR, l’impatto sulla Sanità digitale

Infine c’è la Telemedicina, sempre più richiesta dai pazienti che richiedono consulti a distanza ai professionisti del settore sanitario (come accade già da anni in molti altri Paesi) per i quali, come scritto nel documento inviato e approvato dall’Unione Europea, è state deciso un investimento pari a un miliardo di euro:

«Il sub-investimento, al quale è destinato 1 miliardo di euro, è volto al potenziamento dell’erogazione dei servizi di telemedicina che consentano interazioni medico-paziente a distanza e al finanziamento di iniziative di ricerca ad hoc sulle tecnologie digitali in materia di sanità e assistenza». 

I soldi stanziati dovranno essere suddivisi su due obiettivi (più un terzo legato alla realizzazione di una piattaforma digitale per la gestione del tutto) legati al ruolo delle Regioni che dovranno – in due step, il primo con scadenza 2023 e il secondo entro la fine del 2025 – perseguire per rendere attivo quel finanziamento.

Si parte, entro la fine del 2023, dalla realizzazione di almeno un progetto in ogni singola Regione italiana per arrivare – entro il 31 dicembre del 2025 – a una platea di 200mila pazienti assistiti “a distanza” proprio sfruttando tutti gli strumenti legati alla Sanità digitale. Su queste fondamenta si dovrà erigere il rapporto tra Telemedicina e PNRR.

La piattaforma

Un miliardo, dunque. Questo è l’investimento previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Soldi che subiscono un’ulteriore suddivisione: 750 milioni di euro saranno destinati alle Regioni (che hanno competenza sulla Sanità, come previsto dal Titolo V della Costituzione), mentre i restanti 250 milioni di euro serviranno per realizzare quella piattaforma digitale in grado di uniformare i servizi di Telemedicina in tutto il Paese. E, come spiegato in una slide di presentazione, il principio è quello del cloud.

Nell’ottobre scorso, Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) ha pubblicato il bando di gara (con un contratto d’appalto della durata di 10 anni, senza possibilità di rinnovo) legato proprio alla realizzazione di questa piattaforma Nazionale di Telemedicina che dovrà inseguire quattro stelle polari nell’ambito della cosiddetta “Missione Salute” a cui è stata dedicata una pagina ad hoc sul portale online di “Italia Domani”, dove sono “raccontati” i piani del PNRR basato sui fondi del Next Generation EU. Questo strumento di implementazione della Telemedicina dovrà rispettare quattro paletti. Dei veri e propri obiettivi

  • favorire l’implementazione omogenea dei percorsi di telemedicina su tutto il territorio nazionale facilitando la presa in carico, acuta e cronica, da parte delle cure territoriali, favorendo la deospedalizzazione e potenziando la qualità delle cure di prossimità;
  • colmare il divario tra le disparità territoriali e offrire maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali attraverso soluzioni innovative;
  • migliorare la qualità clinica e l’accessibilità ai servizi sanitari dei pazienti all’interno del territorio nazionale;
  • dotare i professionisti sanitari di nuovi strumenti validati al fine di operare efficacemente in ogni processo sia individuale che multi-disciplinare.

Dunque, la Telemedicina avrà un miliardo di fondi a disposizione per un primo passo verso lo sviluppo e l’accessibilità da parte del cittadino. Il 75% del totale sarà destinato alle Regioni che dovranno realizzare progetti (in consorzio) per garantire a tutti eguale possibilità di accesso ai servizi. Il 25%, invece, servirà per lo sviluppo di una piattaforma (in cloud) in grado di raccogliere tutto. Partendo dalle Regioni per arrivare a tutto il Paese.

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