Il direttore dell’agenzia nazionale della cybersicurezza slega l’attacco a Trenitalia dalla guerra in Ucraina

Eppure, nella giornata di ieri, "fonti di sicurezza" riportate dall'Ansa avevano ventilato questa ipotesi

24/03/2022 di Redazione

Nella giornata di ieri, una notizia arrivata direttamente dall’ANSA – che citava “fonti della sicurezza” – ipotizzava una possibile correlazione tra il malware che è riuscito a penetrare nei sistemi informatici di Trenitalia e una matrice russa dell’attacco. Tuttavia, questa indiscrezione viene clamorosamente smentita, oggi, dal direttore dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza, Roberto Baldoni. Quest’ultimo ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui spiega come non sia opportuno cadere nella psicosi della cyber-war e non sia opportuno allo stesso modo collegare qualsiasi attacco hacker alla guerra in Ucraina.

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Roberto Baldoni su Trenitalia: no a psicosi da cyber-war

In una intervista molto generica sul ruolo che, in questo momento sta avendo l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza e sul numero degli attacchi hacker che, almeno in Italia, è rimasto costante rispetto al periodo precedente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha però dato una informazione importante rispetto a quanto accaduto a Trenitalia nella giornata di ieri e a quanto è stato invece raccontato da alcuni, importanti organi di stampa.

«No alla psicosi dell’attacco collegato alla guerra in Ucraina: qui c’è una matrice criminale, come altrove. È un attacco simile a quello che ha colpito aziende e infrastrutture in Italia negli ultimi tempi». Queste le parole di Roberto Baldoni con cui viene spazzata via qualsiasi “fonte di sicurezza” avesse parlato con l’Ansa, nella giornata di ieri, a proposito della matrice russa dell’attacco hacker a Trenitalia, che ha causato l’interruzione della vendita dei biglietti in stazione e attraverso i terminali e la disconnessione di tutti i dipendenti dalla rete aziendale. L’attacco non ha avuto alcun effetto rispetto alla circolazione dei treni o, ancora, rispetto al funzionamento dell’app e del portale di Trenitalia.

Sugli aspetti legati a un possibile riscatto richiesto dagli hacker dietro a questa azione, abbiamo già parlato ieri: Trenitalia non ha ricevuto delle richieste da parte di questi ultimi, mentre le intenzioni della gang – l’Hive Group – sono state comunicate a degli interlocutori “di passaggio” che avrebbero ottenuto l’accesso al backhand del sito di Trenitalia: su questo l’azienda dovrà concentrare la propria attenzione.

Foto IPP/Mario Romano – Milano

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