Il dirigente di Autostrade che voleva far modificare il report di un altro ‘ponte malato’

Quarantatré vittime non sono bastate per cambiare il modo di operare di alcuni dirigenti della società Autostrade per l’Italia e la notizia riportata dal quotidiano La Repubblica nell’edizione di sabato 9 marzo non può far altro che acuire ancor di più l’indignazione dei cittadini nei confronti della concessionaria. Tra le carte della Procura di Genova è spuntata, infatti, un’intercettazione in cui un dirigente di Autostrade chiedeva agli ingegneri di Spea Engineering di modificare il report sulle condizioni di un altro viadotto sulla A16.

Si tratta del Ponte Paolillo che si trova nel tronco della Napoli-Canosa, tratto che unisce la Campania alla Puglia, e gestito dalla società Autostrade. Il dirigente intercettato sarebbe Gianni Marrone che, il 14 dicembre scorso, a quattro mesi esatti dalla tragedia del Ponte Morandi di Genova, cercava di forzare la mano sulla modifica della relazione sullo stato di salute del viadotto. Tanto che uno dei tecnici di Spea, Massimiliano Giacobbi, avrebbe chiesto ai suoi colleghi di eliminare dalla relazione finale la parte che denunciava la «ipotizzata difformità nelle travi del ponte».

Il dirigente di Autostrade che chiedeva di alterare un report sul ponte Paolillo

Per il procuratore di Genova Francesco Cozzi si tratta di chiare indicazioni di un tentativo di manipolare i report sulla sicurezza e sullo stato di salute del Ponte Paolillo, anche se non ci sono evidenze sull’effettiva modifica e cancellazione delle parti richieste dal dirigente di Autostrade. Le telefonate intercettate – spiega Repubblica – fanno riferimento solamente al ponte sulla Napoli-Canosa.

«Quella verifica va modificata»

Tra gli altri commenti intercettati ce ne sono alcuni tra i tecnici di Spea che esprimono la loro perplessità su questa richiesta, anche in base a tutto quello che in quei giorni stava venendo fuori dalla carte dell’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi e le relazioni sulla sicurezza che non sembravano essere l’emblema della trasparenza. E la telefonata tra il direttore del tronco della A16 Gianni Morrone e Andrea Indovino, uno dei vertici di Spea, sembrano confermare queste intenzioni: «Quella verifica va modificata» perché ci sarebbero «dati non coincidenti», disse il dirigente di Autostrade. E la replica a quel suo commento fu: «L’abbiamo fatto volutamente»

(foto di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO)

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