L’Australia vuole fare una legge per smascherare i troll sui social
L'Australia introdurrà presto nuove leggi per costringere le piattaforme dei social media a scoprire chi si nasconde dietro i troll online
29/11/2021 di Giorgia Giangrande
Secondo quanto dichiarato recentemente dal primo ministro Scott Morrison, in Australia entrerà presto in vigore una legge contro i troll che, in un certo senso, costringerà le giganti piattaforme dei social media a fornire maggiori dettagli degli utenti che pubblicano commenti diffamatori e che, nella maggior parte dei casi, sono conosciuti come haters o come leoni da tastiera.
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In Australia ci sarà presto una legge contro i troll del web
Il Governo australiano ha esaminato le responsabilità che hanno i social media, come Twitter e Facebook. In queste piattaforme la presenza di commenti diffamatori da parte di profili fake è sempre più crescente e – segnala Reuters – l’esigenza di muoversi per contrastare l’odio indiscriminato dei troll online da parte del Governo è emersa dopo che la più alta Corte del Paese ha stabilito che gli editori possono essere ritenuti responsabili. Un’accusa che ricorda un po’ quella che mosse Biden qualche mese fa, quando accusò Facebook di star «uccidendo le persone».
Il Primo Ministro, in occasione di una conferenza stampa televisiva, ha detto che «Il mondo online non dovrebbe essere un selvaggio west dove bot, hater e troll vanno in giro anonimamente e possono danneggiare le persone». E poi, ha sottolineato come non vi sia nessuna autorizzazione ad assumere atteggiamenti di odio immotivato solo perché si è inseriti nel mondo online: «Questo non può accadere nel mondo reale, e non è il caso che accada nel mondo digitale». Cioè, se incontri una persona che non conosci per strada, non ti sogneresti mai di offenderla per il suo aspetto fisico o per il suo modo di vestire. E allora perché dietro la tastiera di un computer o di uno smartphone, ti senti autorizzato a farlo?
In tal senso, in Australia la nuova legge contro i troll introdurrà un meccanismo di reclami, in modo che se qualcuno pensa di essere diffamato, bullizzato o attaccato sui social media, potrà richiedere alla piattaforma di togliere il materiale. Cosa accade se il contenuto non viene rimosso? Che un processo giudiziario potrebbe costringere il social network a fornire dettagli sull’identità del commentatore. Il ministro Scott Morrison ha poi concluso in modo lapidario (e più che mai diretto) con un «Loro hanno creato lo spazio e loro devono renderlo sicuro, e se non lo faranno, noi li costringeremo attraverso leggi come questa».