Indossò a Predappio la maglia ‘Auschwitzland’: il 20 marzo inizierà il processo contro la militante di Forza Nuova

28/10/2019 di Enzo Boldi

È passato un anno esatto e a Predappio si sono ripetuti i soliti caroselli conditi da braccia tese per omaggiare Benito Mussolini. L’apologia di fascismo prosegue quasi impunita in Italia e, quando la giustizia decide di segnare il passo con condanne, c’è anche chi presenta ricorso. È il caso della militante di Forza Nuova Selene Ticchi D’Urso protagonista, lo scorso anno, di quel macchiettistico siparietto indossando la maglia con su scritto Auschwitzland durante la marcia in memoria del Duce a Predappio.

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Il gip di Forlì, lo scorso febbraio, decise di comminare una sanzione da oltre 9mila euro nei confronti della militante di Forza Nuova che aveva indossato la maglietta ‘Auschwitzland’. Multa pecuniaria che andava a commutare i quattro mesi di reclusione per «manifestazione esteriore di intolleranza razziale in quanto raffigurante il campo di sterminio di Auschwitz, simbolo universale del genocidio degli ebrei, ostentato nel corso di interviste e fotografie scattate da giornalisti di testate locali, nazionali e da una troupe televisiva spagnola».

La maglia Auschwitzland finirà a processo

Selene Ticchi D’Urso si è opposta a questa decisione dal punto di vista penale e per questo motivo finirà a processo. Un procedimenti che vedrà il suo via il prossimo 20 marzo. A un anno esatto da quella macabra maglietta indossata il 28 ottobre 2018 a Predappio, la donna è stata anche sospesa da Forza Nuova, per sette mesi. Ora, però, è tornata ad avere un ruolo organizzativo all’interno del Movimento di Estrema Destra. Una punizione, una messa all’angolo, durata il tempo di uno sbadiglio.

Il reintegro e le sospensioni di Facebook

Dallo scorso mese di giugno, infatti, la donna con la maglia Auschwitzland è stata reinserita nell’organigramma con un doppio ruolo: quello di coordinatrice del dipartimento femminile di Bologna e quello di responsabile bolognese per l’associazione Evita Peron. Nelle ultime settimane, come racconta l’agenzia Ansa, Facebook ha sospeso i suoi account e quello della sua associazione e tutti gli altri gestiti da lei.

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