La Corea del Nord finanzia programmi missilistici con criptovalute frutto di attacchi hacker
Nonostante sia stato espressamente vietato dall'Onu, la Corea del Nord continua a investire in programmi missilistici e lo fa anche con denaro ottenuto da attacchi hacker
07/02/2022 di Ilaria Roncone
Un rapporto delle Nazioni Unite ha reso noto, tra le altre cose, che la Corea del Nord starebbe finanziando una serie di programmi missilistici all’interno del paese tramite criptovalute rubate. Nel rapporto Onu, frutto del lavoro di investigatori, emerge il come tra il 2020 e la prima metà del 2021 gli attacchi hacker nordcoreani abbiano fruttato 50 milioni di dollari in criptovalute. Gli attacchi hacker nordcoreani, quindi, vengono identificati come «importante fonte di reddito» nello specifico per il programma nucleare e di missili balistici di Pyongyang.
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Gli attacchi hacker nordcoreani per finanziare i programmi missilistici
La notizia è stata consegnata nelle mani del comitato per le sanzioni dell’Onu lo scorso venerdì, chiarendo che il target di questi attacchi sono stati almeno tre diversi scambi di criprovalute in Nord America, in Europa e in Asia. I 50 milioni che sarebbero stati investiti in programmi missilistici sono solo una parte di quanto ottenuto tramite cyber attacchi dalla Corea del Nord, che avrebbe incassato fino a 400 milioni di dollari in beni digitali solo lo scorso – come si legge nello studio pubblicato dalla società di sicurezza Chainalysis nel primo mese del 2022 -. Il rapporto dell’Onu – come riferisce BBC – ha prodotto risultati anche per il 2019, anno in cui la Corea del Nord ha accumulato (sempre tramite attacchi hacker) 2 miliardi di dollari da investire in programmi per creare armi di distruzione si massa.
Il divieto di finanziamento disposto dall’Onu non rispettato
Questi dati emergono nonostante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite abbia espressamente vietato alla Corea del Nord di effettuare test nucleari e di lanciare missili balistici. Questo significa che, al di là delle sanzioni che l’Onu può disporre per la Corea, il paese è stato in grado di continuare a sviluppare la sua infrastruttura nucleare e il suo programma di missili balistici.
In particolare dai controlli è emerso come ci sia stata addirittura una «marcata accelerazione» dei test missilistici da parte di Pyongyang, con la continua ricerca di materiale, tecnologia e know-how importato anche dall’estero tramite ricerca scientifica congiunta. «La DPRK (Repubblica Popolare Democratica di Corea) – sottolineano i controllori – ha dimostrato maggiori capacità di dispiegamento rapido, ampia mobilità (anche in mare), e una migliore resilienza delle sue forze missilistiche» e solo lo scorso mese la Corea ha effettuato nove test missilistici.
Se Cina e Russia hanno rifiutati di firmare una dichiarazione che condanna i test missilistici della Corea del Nord, Giappone e Corea del Sud hanno accettato di incontrare gli Usa per discutere di questa situazione.