Belpietro vede trame comuniste anche nell’obbligo di asilo a partire dai 3 anni

16/02/2020 di Enzo Boldi

Si parla di un obbligo che serve per far maturare un diritto. Quello allo studio, aperto a tutti per Costituzione. Eppure il piano del governo per rendere obbligatorio l’ingresso agli asili a partire dall’età di tre anni per i bambini viene visto come una trama comunista per togliere i figli ai loro genitori. Questa è la controversa ricostruzione che viene fatta da La Verità, corredata da un editoriale firmato dal direttore Maurizio Belpietro. L’asilo tre anni, secondo lui, è una sorta di stratagemma per consegnare i pargoli allo Stato. Come facevano i regimi comunisti.

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Insomma, non si tratta di un’apertura per consentire un accesso alla scuola a tutti i bambini – dopo che da anni si dà colpa allo Stato di non dare una mano, anche per quel che riguarda le scuole dell’infanzia, ai genitori – ma di un piano congeniale tipico di un regime. Secondo Maurizio Belpietro, dunque, le trame dietro questo nuovo piano (solo annunciato, per il momento) sono ben diverse da quello che il Miur vuole far credere. E lo spiega così: «Primo, si tolgono i bambini alle famiglie, che non si sa mai, poi se li coccolano e li fanno crescere mammoni e, come fa capire l’Ascani, con un percorso formativo deficitario».

Asilo tre anni
la verità

Ma cosa ha detto Anna Ascani sull’asilo tre anni?

«Più che di obbligo parlerei di un diritto da garantire: il diritto dei bambini ad andare a scuola a 3 anni, a poter accedere a questo primo step della formazione e dell’educazione – ha spiegato Anna Ascani, viceministro all’Istruzione -. È noto che i bambini che partono dalla scuola dell’infanzia hanno meno difficoltà negli studi ed escono meglio dal percorso formativo. È un dovere garantire questa condizione a tutti i bambini, anche a quelli che, vivendo in condizione di disagio non solo economico ma anche sociale, non frequentano la scuola dell’infanzia. Spesso infatti sono le famiglie più disagiate a non iscrivere i bambini all’asilo».

Belpietro e i figli tolti ai genitori

Insomma, il piano prevede una serie di interventi da parte dello stato per consentire a tutti l’accesso all’asilo dato che questo diritto, al momento, non è garantito a tutti. Si tratta di una riforma che prevede l’immissione di fondi statali nel comparto scuola dell’infanzia. Per sintetizzare: i sovranisti, nel giorno in cui sono uscite le statistiche sugli italiani che non fanno più figli, hanno detto che la colpa è della politica che non aiuta i genitori proprio nella gestione degli infanti mentre loro sono occupati a lavoro. Ora che viene proposta una soluzione vengono trovate trame comuniste atte a «togliere i figli ai genitori». Ma quanto è bella la propaganda, anche sull’asilo tre anni.

(foto di copertina: prima pagina de La Verità di domenica 16 febbraio 2020)

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