I sette milioni di multa dell’Antitrust a Facebook

«Non ha ottemperato alla diffida di rimuovere la pratica scorretta sull’utilizzo dei dati degli utenti e non hanno pubblicato la dichiarazione rettificativa richiesta dall’Autorità»

17/02/2021 di Enzo Boldi

Dopo quasi tre anni, Facebook non ha attuato la rettifica chiesta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana. Per questo motivo, questa mattina, è stato emesso il provvedimento di sanzione nei confronti del colosso dei social network: l’Antitrust multa Facebook per sette milioni di euro. La questione è sempre la stessa, con richieste che si sono ripetute nel corso degli anni, anche a livello internazionale: la trasparenza nei confronti degli utenti che si sono iscritti al social network.

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«Con tale decisione, l’Autorità aveva accertato che Facebook induceva ingannevolmente gli utenti a registrarsi sulla sua piattaforma non informandoli subito e in modo adeguato – durante l’attivazione dell’account – dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti e, più in generale, delle finalità remunerative sottese al servizio, enfatizzandone viceversa la gratuità – si legge nel comunicato dell’Agcm che accompagna il provvedimento sanzionatorio nei confronti di Facebook Ireland Ltd. e la sua controllante Facebook Inc. -. Per l’Antitrust, inoltre, le informazioni fornite da Facebook risultavano generiche e incomplete e non fornivano una adeguata distinzione tra l’utilizzo dei dati necessario per la personalizzazione del servizio (con l’obiettivo di facilitare la socializzazione con altri utenti) e l’utilizzo dei dati per realizzare campagne pubblicitarie mirate».

Antitrust multa Facebook per sette milioni di euro

L’Agcm, nel novembre del 2018, aveva emesso un provvedimento nei confronti di Facebook: si chiedeva di «rimuovere la pratica scorretta sull’utilizzo dei dati degli utenti e non aver pubblicato la dichiarazione rettificativa richiesta dall’Autorità». In pratica, l’Autorità chiedeva maggiore trasparenza nei confronti degli iscritti sulla gestione dei dati personali degli utenti registrati sulla piattaforma social. Richiesta disattesa e, dopo oltre due anni, l’Antitrust multa Facebook per sette milioni di euro.

Tre anni e nessuna rettifica

L’istruttoria era stata aperta il 6 aprile del 2018 e chiusa il 29 novembre dello stesso anno: «L’Autorità ha accertato che Facebook, in violazione degli artt. 21 e 22 del Codice del Consumo, induce ingannevolmente gli utenti consumatori a registrarsi nella piattaforma Facebook, non informandoli adeguatamente e immediatamente, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti, e, più in generale, delle finalità remunerative che sottendono la fornitura del servizio di social network, enfatizzandone la sola gratuità; in tal modo, gli utenti consumatori hanno assunto una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso (registrazione al social network e permanenza nel medesimo). Le informazioni fornite risultano, infatti, generiche e incomplete senza adeguatamente distinguere tra l’utilizzo dei dati necessario per la personalizzazione del servizio (con l’obiettivo di facilitare la socializzazione con altri utenti “consumatori”) e l’utilizzo dei dati per realizzare campagne pubblicitarie mirate».

La replica di Facebook

«Prendiamo atto dell’annuncio della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ma rimaniamo in attesa della decisione del Consiglio di Stato sull’appello che abbiamo presentato rispetto al provvedimento iniziale emesso dall’Autorità – riferisce un portavoce di Facebook -. La tutela della privacy per noi è estremamente importante e abbiamo già apportato uno serie di cambiamenti, anche alle nostre Condizioni d’uso, per chiarire ulteriormente come utilizziamo i dati per fornire i nostri servizi e la pubblicità personalizzata».

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