Anonymous si prende gioco degli attacchi hacker all’Inps
01/04/2020 di Ilaria Roncone
Anonymous torna a colpire, e stavolta la vittima è l’INPS. Ma non come si potrebbe credere. Il post ironico condiviso sui profili social di Anonymous si prende letteralmente gioco dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, sottolineando come il malfunzionamento che si è registrato durante tutta la giornata di oggi sia frutto della loro incapacità e non del lavoro degli hacker. A rendere noto il fatto che il sito dell’INPS fosse bombardato da attacchi hacker è stato Tridico.
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Per Anonymous l’InpsDown è frutto solo dell’incapacità di chi protegge i dati
Caro @INPS_it, vorremmo prenderci il merito di aver buttato giù il vostro sito web, ma la verità è che siete talmente incapaci che avete fatto tutto da soli, togliendoci il divertimento! #INPS #Hacked #Anonymous #LulzSecITA #GDPR pic.twitter.com/Cgz8PWYUTC
— Anonymous Italia (@Anon_ITA) April 1, 2020
Il gruppo di hacker senza volto solitamente è noto per hackerare, tramite l’opera di singoli utenti o intere comunità, a scopo di protesta. Se il l’hackeraggio dei siti della Basilicata era vero, stavolta gli esperti di computer non hanno dovuto “sporcarsi le mani” ma ha potuto prendersi gioco dell’Inps tramite un post su Twitter, negando il merito di aver buttato giù il sito nella giornata di oggi. I grossi problemi di condivisione dei dati sensibili di alcuni utenti che si sono riscontrati nella giornata di oggi – con l’assalto al sito per la domanda dei 600 euro per partite iva e co.co.co. – per Anonymous vorrebbero essere un vanto, ma non lo sono. Il tutto sarebbe, secondo chi ha scritto il tweet, frutto dell’incapacità di chi è incaricato di proteggere i dati.
Lo scherzo di Anonymous sulle partite iva che devono soldi allo Stato
L’ironia del fenomeno di Internet non conosce confini nella giornata di oggi. Nel post si legge anche che “il nuovo decreto “cura Inps” firmato quest’oggi da Anonymous Italia e LulzSecITA prevede un versamento di 600 euro da parte delle partita iva alle casse dell’Inps per contribuire alle spese di gestione dei propri dati personali”. Oltre al danno la beffa, come si dice.
(Immagine copertina dal profilo Twitter di Anonymous Italia)