La donna che ha guidato Salvini al citofono: «Pensavo a un colloquio, lui l’ha trasformato in evento pubblico»
23/01/2020 di Enzo Boldi
La politica è, ormai, un reality show dove si mette in mostra tutta la mercanzia elettorale. È questo che emerge dall’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa da Annarita Biagini, la donna salita agli onori delle cronache per aver accompagnato Matteo Salvini tra le vie del quartiere Pilastro di Bologna, segnalando l’appartamento di una famiglia di tunisini che lei accusa di spaccio. I giovani hanno respinto ogni accusa, annunciando una denuncia per diffamazione nei confronti della signora. Lei difende l’operato del segretario della Lega, anche se confessa che non si aspettava che la storia finisse con quella citofonata in diretta social.
LEGGI ANCHE > «Quando ero giornalista mi divertivo a fare ‘ste cose», così Salvini viola il codice deontologico
«Non mi aspettavo che ci sarebbero state telecamere e giornalisti, così come lo schieramento di polizia – ha detto Annarita Biagini a La Stampa -. Pensavo che ci sarebbe stato solo un colloquio con Salvini, poi è stato lui a trasformarlo in un evento pubblico». Ma non si tratta di una condanna all’operato e all’atteggiamento avuto dal segretario della Lega. Anzi, la stessa donna sottolinea come il gesto fatto dal senatore – in giro per l’Emilia-Romagna (con brevi tappe in Calabria) per sostenere il Carroccio alle Regionali di domenica – sia stato opportuno.
Annarita Biagini e quel colloquio con Salvini reso show dal leghista
«Può aver sbagliato, ma conosciamo Salvini e sappiamo quanto sia spontaneo – ha proseguito la donna nel suo racconto di quanto accaduto nel tardo pomeriggio di martedì nel quartiere Pilastro di Bologna -. Io comunque non mi sento usata, mi sento dalla sua parte, e l’importante è che questa storia sia venuta fuori». Una storia venuta fuori sfruttando la politica (anche se l’effetto reale porta a invertire questi due fattori), come se un politico potesse sostituirsi alle forze dell’ordine e alla magistratura.
La macchina vandalizzata e l’accusa ai due ragazzi di origine tunisina
Annarita Biagini, poi, alimenta sospetti sull’altro fatto accaduto mercoledì pomeriggio nel parcheggio davanti alla sua abitazione: la vandalizzazione della sua automobile. «Nessuno mi leva dalla testa che siano stati loro ( i due ragazzi tunisini accusati di spacciare droga nel quartiere, ndr) a rompermi i vetri della macchina». Una sensazione che ha il sapore di una nuova accusa.
(foto di copertina: da diretta Facebook di Matteo Salvini)