L’ex senatrice della Lega che si stende a terra per non far passare i migranti sbarcati a Lampedusa

Nell'isola malumori e proteste dopo l'ennesimo sbarco di 450 persone nella notte

30/08/2020 di Gianmichele Laino

Uno striscione adagiato a mo’ di coperta e Angela Maraventano che vi si stende sopra. Il suo scopo è quello di rallentare il più possibile il passaggio dei migranti che, in 450, sono sbarcati ieri sera nel porto di Lampedusa, rendendo ancora più complessa la situazione gestionale dell’emergenza sull’isola. L’ex senatrice della Lega ha messo in atto una protesta che sta avendo un forte impatto mediatico. Insieme a lei, un gruppo di una decina di manifestanti lampedusani che, avendo avuto notizia dell’ennesimo sbarco in poche ore, aveva raggiunto il porto per manifestare contro l’arrivo dei migranti dalla Tunisia.

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Angela Maraventano e la sua protesta contro i migranti

«Queste persone arrivano dalla Tunisia, non ce ne sono guerre in Tunisia. Non è possibile questo traffico di carne umana – ha detto l’ex senatrice della Lega, durante la sua manifestazione di protesta -: domani staranno tutti bene a fare la spesa nei negozi di Lampedusa. L’isola è stanca, non ce la possiamo più fare».

Un dato di fatto: a Lampedusa, dove l’hotspot potrebbe ospitare al massimo un centinaio di migranti, sono presenti ormai 1500 persone in attesa di un ricollocamento. Una situazione che ha messo in crisi anche il sindaco dell’isola Totò Martello che, pur essendo favorevole a politiche serie di accoglienza, ha sollecitato ancora una volta il governo a intervenire su un’isola che, al momento, sembra essere al collasso.

Angela Maraventano e Lampedusa che rischia il collasso

L’arrivo dei migranti dalla Tunisia, sebbene sia diminuito negli ultimi mesi, ha interessato – ieri e nei giorni immediatamente precedenti – l’isola di Lampedusa. Una situazione che ha fatto sollevare degli interrogativi soprattutto nelle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Tunisia (nei giorni scorsi, erano stati bloccati i fondi di cooperazione internazionale che il nostro Paese prevede per quello Stato) e che si annuncia ancora calda, con il sindaco di Lampedusa che minaccia l’azione clamorosa di ripercorrere all’inverso – cioè verso la Tunisia – la rotta dei migranti, per protestare contro il presidente Kasis Saied.

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