Crisanti dice che due consulenti di Zaia hanno firmato la lettera sulla scomparsa clinica del virus e in Veneto ci sono focolai

Non c’è polemica, ma c’è tanta amarezza nelle parole di Andrea Crisanti, il virologo dell’Università di Padova che, nelle fasi iniziali dell’epidemia di coronavirus in Veneto, si è rivelato determinante attraverso il varo del metodo Vo’, con tanti tamponi e un tracciamento a tappeto del contagio in modo tale da contenerlo. Mentre lui – che pure fa parte ancora del comitato tecnico-scientifico della regione – continua a dire che il virus può tornare a essere pericoloso e che non è affatto scomparso dalle nostre vite, Luca Zaia ha scelto di dare conto ad altri esponenti del mondo scientifico – come Giorgio Palù e Roberto Rigoli – che hanno firmato una lettera di esperti che sosteneva la scomparsa clinica del coronavirus.

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Andrea Crisanti e la situazione in Veneto con Zaia che ascolta esperti che hanno firmato una lettera in cui si dice che il coronavirus è sparito

«Se queste persone dicono in una lettera che il virus è sparito – ha affermato Crisanti a La Stampa -, allora le persone abbassano la guardia. Due dei firmatari di questo documento sono tra i più ascoltati dal governatore Zaia». Governatore che nella giornata di ieri ha mostrato i denti, perché l’indice di contagio in Veneto è salito sopra quota 1,6 e perché a Vicenza si è sviluppato un vero e proprio focolaio, con un imprenditore (che aveva contratto il virus in Serbia) che al momento si trova ricoverato in terapia intensiva, dopo aver partecipato a un funerale e a un ricevimento.

Andrea Crisanti dice di non aver litigato con Zaia

Insomma, Zaia si è fidato delle persone sbagliate? Andrea Crisanti ha anche affermato che, pur essendo ancora all’interno del comitato tecnico-scientifico che coordina le operazioni sanitarie in Veneto, non viene più consultato. È la conseguenza della recente divergenza con Zaia che si era intestato il merito dell’indagine epidemiologica a Vo’ Euganeo, mettendo in secondo piano il ruolo di Crisanti. «Con Zaia non ho litigato – ha detto Crisanti a Repubblica -, non è successo niente di importante».

Sarà anche vero a livello di rapporti interpersonali, ma la realtà dice che il Veneto – una delle regioni che aveva risposto meglio all’emergenza – adesso è di nuovo nell’occhio del ciclone. Ma la sensazione, in questo momento, è che Crisanti, una delle persone che ha impedito il disastro, non sia più ascoltato come all’inizio. Con evidenti conseguenze sul quadro dei contagi in regione.

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