Per Crisanti non è detto che le 110 polmoniti anomale ad Alzano siano legate al coronavirus
01/07/2020 di Gianmichele Laino
Un parere molto autorevole, quello di Andrea Crisanti. Non soltanto per la sua importanza nella gestione dell’emergenza coronavirus in Veneto (è lui l’autore del modello Vo’ Euganeo che ha permesso di tracciare e di contrastare efficacemente la diffusione della malattia in regione), ma anche perché è stato nominato consulente dei pm di Bergamo che indagano sulla gestione dell’emergenza coronavirus. Il virologo ha commentato all’Ansa le notizie – trapelate nei giorni scorsi – su 110 polmoniti anomale ad Alzano Lombardo da dicembre a fine febbraio. Secondo Crisanti è ragionevole pensare che non si tratti per forza di cose di coronavirus.
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Crisanti sulle polmoniti anomale in Veneto e ad Alzano
Secondo Crisanti, infatti, anche in Veneto – tra ottobre e novembre – erano state registrate almeno 3000 polmoniti anomale. Nessuna di queste, però, poteva essere ragionevolmente classificate come coronavirus. «Non c’era il Covid-19 nei tremila casi di polmonite riscontrati tra ottobre e gennaio in Veneto» – ha affermato il virologo che, pertanto, ha gettato un ragionevole sospetto sulla classificazione delle polmoniti anomale anche nella Bergamasca, in Val Seriana.
Su quest’ultima area del Paese, infatti, si stanno concentrando le indagini della pm Maria Cristina Rota che sta cercando di comprendere eventuali responsabilità nella gestione dell’emergenza coronavirus sia precedentemente al lockdown in Lombardia e poi nel resto d’Italia, sia nei primi giorni di marzo, quando Alzano e Nembro sembravano sul punto di essere dichiarati zona rossa. Non se ne fece niente, come è noto. L’analisi dei magistrati, tuttavia, non può non prendere in considerazione il parere dell’illustre virologo che è stato scelto come consulente per le indagini.