Amazon dice che l’Antitrust ha «violato il suo diritto alla difesa» sulla multa da oltre un miliardo

Secondo il colosso, dietro al provvedimento ci sarebbe la mano di eBay

11/12/2021 di Redazione

È una vera e propria guerra di nervi quella che sta attraversando i corridoi delle sedi italiane di Amazon, dopo la multa record comminata nei suoi confronti dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il valore monstre di 1,1 miliardi di euro è soltanto uno degli aspetti che il colosso dell’e-commerce sta prendendo in considerazione: dietro ci sono sospetti, idee di pressioni concorrenziali e persino il sentimento di delusione nei confronti di un Paese in cui – stando a quanto fa trapelare Amazon – il gigante di Big Tech ha sempre investito in maniera sostanziosa. È dunque Amazon contro Antitrust.

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Amazon contro Antitrust, la rivalsa della società

Per Amazon, con le 250 pagine di cui è composta la decisione dell’Agcm che prevede la multa di oltre 1,1 miliardo di euro, c’è la dimostrazione che l’autorità italiana abbia in qualche modo violato il principio della difesa di Amazon stessa e abbia utilizzato degli strumenti sproporzionati rispetto a quanto era nelle possibilità del colosso dell’e-commerce per dimostrare il contrario di quanto sostenuto nell’accusa: troppo tempo è passato dall’inizio delle indagini dell’Agcm, insomma, poco tempo ha avuto – al contrario – Amazon per difendersi.

Da qui una serie di sospetti su ciò che avrebbe animato l’attività sanzionatoria di Agcm. In modo particolare, la teoria di Amazon è che ci sia eBay dietro alle accuse principali rivolte al colosso fondato da Jeff Bezos. Quella stessa eBay che si è vista lentamente soppiantare dalla forza di Amazon. Secondo quest’ultima, eBay non può ricorrere a questi strumenti per riguadagnare terreno sul mercato. Piuttosto – sempre in base a quanto riportato da Repubblica – dovrebbe ricercare al suo interno le cause del passaggio di mano a livello di leadership nel settore dell’e-commerce.

Amazon continua a rivendicare il suo diritto costituzionale sulla proprietà privata e sulla libertà di impresa, dall’altro lato l’Agcm sostiene che, con la formula Prime, il colosso non ha fatto altro che favorire le aziende di logistica che lavorano per lei, mettendo in difficoltà tutte le altre, escluse dalle vetrine del suo sito web o penalizzate in altro modo. La sensazione è che la multa da 1,1 miliardi verrà ridiscussa più volte: un vero e proprio braccio di ferro destinato a caratterizzare i prossimi mesi.

FOTO: IPP/Mario Romano – Milano

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