Le bufale sui prodotti a base d’insetto | RICETTA ROSSA

Il quinto articolo di Ricetta Rossa realizzato nell'ambito di un progetto - promosso dal Dipartimento Informazione ed Editoria - di debunking delle fake news in ambito sanitario contiene un importante contributo della biologa Angelica Cesena, animatrice del progetto @LaNutrizionistaInCucina

13/09/2023 di Redazione Giornalettismo

Si tratta di un argomento di discussione decisamente recente. Tra quelli affrontati all’interno del nostro format Ricetta Rossa, si tratta addirittura di quello che – in base alle nostre analisi – ha superato, nell’ultimo anno, l’interesse della community di Twitter rispetto alle altre fake news analizzate. Gli alimenti a base di insetto fanno male? La domanda si sta diffondendo sia per una sorta di pregiudizio dovuto alle nostre normali abitudini alimentari, sia per una sorta di crociata portata avanti – tra le altre cose – anche da diversi apparati istituzionali in questo particolare momento storico. La demonizzazione del cibo a base di insetto, infatti, viene sbandierata in nome di una presunta difesa del made in Italy in ambito alimentare e a protezione delle tradizioni enogastronomiche del nostro territorio. Con la biologa nutrizionista Angelica Cesena abbiamo provato a capire quali sono i luoghi comuni maggiormente diffusi e quali sono le bufale da smentire a proposito di questo argomento.

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Gli alimenti a base di insetto fanno male? La risposta della dottoressa Angelica Cesena

«Sicuramente i prodotti a base di insetto contengono chitina, proprio perché questa è una componente strutturale dell’esoscheletro degli insetti. Ma anche dei crostacei – spiega la dottoressa Cesena -. Non è assolutamente un prodotto tossico. La chitina non è altro che un carboidrato complesso, un polisaccaride che è molto simile alla classica fibra alimentare». La paura della chitina e di tutte le altre sostanze che possono essere ricollegabili agli alimenti a base d’insetto è stata una sensazione abbastanza diffusa, nell’ambito delle discussioni su Twitter che, dal 2022 in poi, sono state molto presenti a proposito di questo argomento. Tuttavia, si tratta di sentimenti (insieme al disgusto, alla rabbia, al disprezzo) che non possono essere giustificabili in una società moderna.

«Non dobbiamo avere paura di questa chitina perché, essendo un novel food, deve attenersi a delle rigide regolamentazioni europee. Inoltre, anche l’EFSA (Ente europeo per la sicurezza alimentare) ha effettuato numerose ricerche per attestarne la sicurezza – ha spiegato la dottoressa Cesena -. La farina di insetti è un alimento ricco di proteine che hanno un impatto ambientale ridotto rispetto alle altre proteine animali».

Spesso, il tema della farina d’insetto e degli alimenti a base d’insetto è collegato a quello della carne sintetica. L’utente medio, anche in virtù delle notizie circolate, tende a mettere questi due campi così diversi dal punto di vista della nutrizione all’interno dello stesso calderone. Sia gli alimenti a base di insetto, sia la carne sintetica vengono bollati – sui social network e nell’ecosistema delle news digitali – come manifestazioni di un presunto “fanatismo ecologista”. Non mancano, ad esempio, tweet che utilizzano l’hashtag #menozecchepiùbistecche per capire come, spesso, la discussione sul tema sia caratterizzata da ignoranza e pregiudizio.

La confusione con il tema della carne sintetica e i problemi di comunicazione

«Probabilmente è stata fatta un po’ di confusione perché si tratta di due fonti di proteine – spiega la dottoressa Angelica Cesena -. Inoltre, diciamo che se ne è parlato in momenti molto simili perché nel momento in cui è stata approvata la vendita dei prodotti a base di insetti, il Parlamento italiano ha vietato la produzione e la vendita di carne sintetica. Quindi, forse è stato messo tutto nello stesso calderone anche se, tuttavia, si tratta di prodotti molto diversi: uno è derivato dagli insetti, l’altro – che in realtà dovremmo chiamare “carne coltivata”, perché viene coltivata in laboratorio – parte da cellule animali. Sono due cose molto diverse».

E se è vero che la discussione ha raggiunto picchi di audience elevati in seguito alle scelte politiche fatte dalle istituzioni italiane sul tema, è anche vero che il disordine informativo ha fatto il resto. Qualche tempo fa, ad esempio, si era diffusa la notizia della produzione – da parte della Barilla – di un formato di pasta a base di farina d’insetto, notizia smentita dalla stessa azienda italiana. La diffusione di questa informazione era legata a una domanda in una clip diffusa sui social della Fondazione Barilla che l’azienda è stata costretta successivamente a rimuovere. Questo episodio stimola sicuramente una riflessione.

«Occorre fare molta più attenzione alla comunicazione – conclude la dottoressa Cesena -, soprattutto perché ci troviamo in un’epoca storica in cui i disturbi del comportamento alimentare sono molto diffusi. Soprattutto nella fascia d’età giovanile che è proprio quella con la maggiore utenza sui social. Quindi bisogna fare attenzione ai messaggi che vengono veicolati e alle fake news che vengono diffuse a mo’ di clickbait».

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