L’ordinanza del Tribunale contro l’algoritmo su cui si basano le graduatorie dei supplenti

Un insegnante ha vinto il ricorso, come certificato dal Tribunale di Velletri, in merito all'assegnazione dell'incarico attraverso il sistema digitale di Stato

02/01/2023 di Redazione

Nomine che dovevano rispettare dei paletti indicati dalla normativa attuale e che, invece, sono state condizionate da un “errore” da parte di un algoritmo dedicato. Il mondo della Scuola, in Italia, si appresta a vivere un nuovo caos per colpa di un processo di digitalizzazione che ha portato il sistema a incepparsi e a produrre delle liste non in linea con le linee guida predisposte. E così, attorno all’algoritmo (NRMP) utilizzato per la nomina delle supplenze degli insegnanti si è scoperchiato un vaso di Pandora. All’inizio certificato dalle proteste e ora corredato da un’ordinanza del Tribunale del Lavoro di Velletri che ha imposto al Ministero dell’Istruzione (che con il nuovo corso governativo ha aggiunto anche l’etichetta “e del Merito”) un risarcimento nei confronti di un docente “scavalcato” da un “collega” che aveva un punteggio minore.

LEGGI ANCHE > La terra non è piattaforma (neanche a scuola)

Il punto di partenza, dunque, arriva direttamente dalla decisione – in merito al ricorso presentato da un docente che si era registrato sulla piattaforma di Stato per le GAE (Graduatorie a Esaurimento) e GPS (Graduatorie Provinciali Supplenze) e, come da principio, era stato inserito nella graduatoria. Poi, però, nell’assegnazione di una cattedra (a tempo determinato, con il ruolo di supplente) era stato scavalcato da un suo collega (e questo non è stato l’unico caso in Italia) che aveva un punteggio inferiore. Errore, dunque, dell’algoritmo supplenze, sottolineato anche dalla giudice del Tribunale del Lavoro di Velletri, Beatrice Marrani, nell’ordinanza con cui – lo scorso dicembre – obbligava il Ministero dell’Istruzione a risarcire il professore con un incarico “al 30 giugno o fino al 31 agosto”. E nell’ordinanza, la numero 5211/2022, è scritto esplicitamente.

«È provato che il ricorrente è inserito per la classe ***, nella posizione *** con punteggio *** e per la classe ADSS, nella posizione *** con punteggio ***, mentre all’esito delle operazioni di conferimento delle nomine a tempo determinato nelle graduatorie GPS e GPI sono stati nominati aspiranti posti in posizione inferiore rispetto alla sua nella graduatoria di riferimento. È allora palese la violazione dei richiamati principi di imparzialità costituzionalmente garantiti posto che l’assegnazione degli incarichi in oggetto non può che essere improntata alla scelta del candidato con punteggio più alto sulla base della singola graduatoria. Deve quindi ritenersi che verosimilmente la pretermissione (omissione, ndr) del ricorrente nel decreto nomine sia dovuta ad un errore del sistema informatico e in modo particolare dell’algoritmo che ha operato un complesso incrocio tra la posizione in graduatoria e le indicazioni preferenziali di questi ultimi espresse nella domanda di partecipazione alla procedura».

Dunque, un errore nell’algoritmo che non ha rispettato i criteri alla base dell’assunzione dei supplenti scolastici e il rispetto delle graduatorie che, di fatto, sono risultate errate.

Algoritmo supplenze, la sentenza del Tribunale

Ma come è nato questo algoritmo? La pandemia ha dato un nuovo impulso alla necessità di digitalizzare anche la Scuola. Dunque, si decise di superare le lunghe file ai provveditorati e le comunicazioni da presentare “a mano”, attraverso l’utilizzo di una piattaforma online che avrebbe dovuto snellire le vecchie pratiche burocratiche per la stesura delle graduatorie. Ma qualcosa, evidentemente, è andato storto. Come sottolineato dall’ordinanza del Tribunale di Velletri, l’algoritmo ha sbagliato. E, dunque, questa fallacia rischia di generare il caos più totale. Perché ora, alla luce di quella decisione dei giudici, moltissimi altri docenti supplenti che si sono visti superare in graduatoria da chi aveva un punteggio inferiore.

Cosa potrebbe succedere?

Se l’algoritmo supplenze sbaglia, le graduatorie rischiano di essere sempre sbagliate. Se la piattaforma dedicata non è in grado di far rispettare i paletti imposti dalla legge (in questo caso il punteggio ottenuto e riconosciuto in fase di iscrizione alla piattaforma, basato su anzianità, prossimità e curriculum), il sistema scolastico rischia la paralisi. L’ordinanza del Tribunale di Velletri potrebbe spingere molti altri docenti (perché, come detto, da settembre si sono verificati molti altri casi analoghi in tutta Italia) a presentare ricorso contro le graduatorie e contro le nomine. Il rischio più grande, dunque, è che il sistema si blocchi. Per colpa dell’algoritmo che doveva snellire le procedure.

Share this article
TAGS