L’algoritmo capace di individuare l’orientamento politico attraverso i tratti del volto

Orientamento fisico e fisionomia potrebbero avere un legame e un algoritmo può distinguere i volti dei liberali dai volti dei conservatori

12/01/2021 di Ilaria Roncone

Se esistesse un modo per individuare l’orientamento politico di una persona solamente dai tratti del suo volto? Uno studio congiunto di Cambridge Analytica e Stanford pubblicato sulla rivista scientifica Nature dimostra che è possibile utilizzare un algoritmo efficace al 72% per riconoscere le preferenze politiche delle persone. Lo studio su orientamento politico fisionomia è opera del ricercatore Michal Kosinski, che ha spiegato come sia possibile – a partire da oltre un milione di profili su Facebook e siti di dating in Usa, Uk e Canada – individuare, in base ai volti, gli individui conservatori e quelli liberali.

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Orientamento politico fisionomia: criteri di riconoscimento

Un algoritmo correttamente calibrato può individuare l’orientamento politico di delle persone basandosi sulla loro fisionomia a partire da un gran numero di dati raccolti. Al di là di età, genere e etnia ci si può basare anche sull’orientamento della testa o sulle espressioni facciali per individuare l’appartenenza politica. Sallo studio è emerso come i liberali siano più portati a guardare direttamente la fotocamera assumendo espressioni sorprese. Sempre gli individui liberali dovrebbero essere quelli che sorridono maggiormente e in maniera più genuina; gli individui conservatori, invece, sono stati in inquadrati come quelli dall’aspetto più in salute, più attenti a condurre uno stile di vita sano che si riflette sulla texture della pelle. Nello studio si sostiene che tramite la fisiognomica – disciplina che ricordiamo essere pseudoscientifica – sia possibile anche prevedere il successo nella vita di una persona o, ancora, quando tempo passerà in carcere.

Quanto sono attendibili queste selezioni basate sulla fisionomia?

Alla base di questi studi, come abbiamo già accennato, c’è la raccolta e l’incrocio dei dati e dei volti di oltre un milione di utenti Facebook. L’autore stesso, conscio degli attacchi che avrebbe potuto ricevere per questi studi sulla fisionomia, ha spiegato che «non è perché si tratta di una peseudoscienza che tutti i risultati ottenuti sono automaticamente sbagliati».

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