Alessandro Sallusti si rivolge a Ramy: «Nun t’allargà»

«Come si dice dalle nostre parti : nun t’allargà». La conclusione dell’editoriale di Alessandro Sallusti uscito nell’edizione domenicale de Il Giornale racchiude al suo interno l’analisi del direttore sul dibattito sullo ius soli scaturito dalla richiesta di Ramy, il piccolo eroe che ha contribuito a salvare i giovanissimi studenti dalla follia di Sy Ousseynou.

Alessandro Sallusti si rivolge a Ramy: «Nun t’allargà»

Ben venga l’eroismo, ben venga la discussione, ma senza esagerare. Alessandro Sallusti si rivolge proprio al piccolo eroe Ramy, che «non si accontenta della cittadinanza per merito ma vuole lo ius soli per tutti». Una richiesta che, secondo il direttore del Giornale, pur essendo «legittima» risulta un po’ eccessiva. Dalla richiesta del piccolo eroe che è riuscito a telefonare ai carabinieri per segnalare il folle piano di Ousseynou Sy è scaturito un dibattito noto, sopratutto alla sinistra: lo ius soli. Il governo infatti si è subito discostato: Luigi Di Maio ha prontamente risposto che «non è il contratto di governo» mentre Matteo Salvini invita «a farsi eleggere e cambiare la legge». Alessandro Sallusti si pone un po’ nel messo. «Lo ius soli – scrive – è una regola di civiltà solo se civile è l’ingresso in un Paese, cosa che attualmente non si può certo dire riguardo l’immigrazione in Italia».

«Diventare cittadino è un percorso, non un diritto»

Acquisire la cittadinanza italiana, continua a scrivere Sallusti, non può essere dovuto al merito di aver resistito al terribile viaggio in mare, o alla decisione di scafisti o di mafie libiche. Deve essere «un percorso convinto, legale e trasparente», scrive Sallusti, spiegando poi a Ramy e ai suoi lettori che  una richiesta di questo dimostra la non co rpesnvione di un «basilare principio che lega i diritti ai doveri, cardine della nostra civiltà fin dall’antica Roma». E cioè che diventare un cittadino è un percorso, non un diritto. Secondo Sallusti Ramy , dopo il suo gesto «eroico nel senso di decisivo», sta già cadendo in un tranello all’italiana, ovvero il vizio «della furbizia e della continua ricerca di scorciatoie». Insomma, bravo Ramy, ma aspetta i 18 anni, sembra ammonirlo il direttore de Il Giornale.

 

 

(credits immagine di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

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