Alessandro Di Battista rischia di finire sotto processo per aver diffamato Luigi Genovese

Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento Cinque Stelle, rischia di finire sotto processo per avere diffamato Luigi Genovese, giovane deputato regionale siciliano e figlio di Francantonio Genovese, ex deputato nazionale condannato per corruzione elettorale. La gip di Messina, Valeria Curatolo, ha chiesto l’imputazione coatta per Di Battista.

LEGGI ANCHE –> CHE FINE HA FATTO DI BATTISTA?

Alessandro Di Battista e le elezioni regionali «inquinate»

I fatti risalgono a novembre 2017, quando Alessandro Di Battista pubblicò un post su Facebook con lo stralcio della puntata di ‘DiMartedì’ in cui sosteneva che le elezioni siciliane erano state ‘inquinate‘. «Ho conosciuto siciliani che mi dicevano ‘io sono del Movimento Cinquestelle ma non posso non votare Genovese altrimenti perdo il posto di lavoro‘», ha scritto. Un episodio che ha provocato la denuncia per diffamazione del deputato regionale Luigi Genovese.

Luigi Genovese: «Sorpreso ma molto soddisfatto»

«Sorpreso per la scelta del gip ma molto soddisfatto», ha detto Genovese all’agenzia Adnkronos. «A Di Battista dico che non è che siccome adesso è imputato è meno presentabile di prima. Non perché io possa provare piacere per un persona che va a processo ma è arrivato il momento che la politica si assuma la responsabilità di quello che fa, nel bene e nel male. Pur rimanendo un convinto garantista anche nei confronti di Alessandro Di Battista, la cui colpevolezza sarà eventualmente certificata al culmine del fisiologico iter processuale, ho deciso di denunciare questa vicenda perché sono convinto che la verità e la giustizia siano valori fondamentali nella vita di ognuno di noi. Il vero cambiamento sarebbe questo, non di certo quello promesso da Di Battista e da quel Movimento che ha costruito la propria identità attraverso la costante demonizzazione degli avversari. Uno stratagemma che non si regge più in piedi. Ma del resto le recenti competizioni elettorali e tutti i sondaggi lo hanno già detto chiaramente. Quando sarà chiaro che nessuno può arrogarsi il diritto di dire ciò che vuole senza alcun freno e quando il rispetto per le persone tornerà di moda, allora questo diventerà un paese migliore», ha concluso Genovese.

[CREDIT PHOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI]

Share this article