L’esercito israeliano ha iniziato a usare l’AI nel 2019

In questo articolo abbiamo ricostruito i passaggi che, dal 2019, permettono di qualificare l'utilizzo dell'intelligenza artificiale da parte dell'esercito israeliano nei bombardamenti su Gaza

06/12/2023 di Ilaria Roncone

Esiste una divisione dell’esercito israeliano che, già dal 2019, lavora per integrare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale all’interno dei processi e delle azioni di guerra. Le attività che compie sono riservate. Per ricostruire la storia dell’utilizzo dell’AI esercito israeliano abbiamo messo insieme i racconti di una serie di fonti interpellate non solo dagli autori dell’inchiesta della rivista israelo-palestinese +972 Magazine ma anche un lavoro di approfondimento fatto dal Guardian.

Ciò che è certo è che, da quando l’intelligenza artificiale ha cominciato ad essere sfruttata per fare la guerra – integrandola nelle operazioni dell’IDF – il processo di generazione dei bersagli (quello di cui si occupa Habsora, in sostanza) ha subito una repentina accelerazione. Tradotto a livello pratico, abbiamo potuto vederlo sia nei massicci bombardamenti che stanno radendo al suolo Gaza come mai prima che nel numero spropositato di vittime (che, stando agli ultimi dati disponibili, hanno raggiunto 15 mila persone in due mesi di azione. Questi numeri, tra l’altro, vanno letti con la consapevolezza che, probabilmente, sono di più).

Habsora era già stato utilizzato, probabilmente, nel maggio 2021

Partiamo dal presupposto che l’IDF ha affermato di stare utilizzando nuove tecnologie e intelligenza artificiale nei suoi processi militari già da diverso tempo. Gli undici giorni di guerra a Gaza di maggio 2021 sono stati definiti dagli ufficiali dell’esercito israeliano come «prima guerra con uso di intelligenza artificiale» sfruttando il machine learning e l’informatica avanzata. La guerra in corso a Gaza, evidentemente, sta permettendo a Israele di testare come mai prima d’ora il suo strumento per generare in maniera automatizzata gli obiettivi da colpire.

Per capire l’enorme peso dell’uso dell’AI in questo conflitto basta guardare ai dati che l’IDF stesso ha rilasciato in merito agli attacchi compiuti: nei primi trentacinque giorni di guerra sono stati 15 mila gli obiettivi colpiti a Gaza, un numero notevolmente superiore rispetto a operazioni militari precedenti. Nel 2014, per esempio, in un conflitto durato cinquantuno giorni gli obiettivi colpiti dall’esercito israeliano furono tra i 5 mila e i 6 mila.

Quello che Israele fa oggi costituisce un esempio per il resto del mondo militare

Lo sguardo del mondo intero è concentrato, attualmente, sul conflitto in corso in Medio Oriente. Anche quello dei militari nel mondo, che osservano come l’IDF stia sfruttando massimamente l’AI nella sua risposta gli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas. Questo sta cominciando, inevitabilmente, a causare preoccupazione per i civili coinvolti anche in altri conflitti (e, più in generale e sensatamente, per la popolazione civile di tutto il mondo) poiché l’utilizzo da parte dei militari nel mondo di sistemi come Habsora può portare al devastante effetto che stiamo vedendo su Gaza.

L’intelligenza artificiale – lo vediamo bene in tutte le sue applicazioni – è rapida, complessa ma anche opaca nel suo funzionamento. Un ex funzionario della Casa Bianca che ha familiarità con l’uso di sistemi AI da parte dell’esercito Usa ha affermato, in riferimento a ciò che accade nella Striscia, che «altri Stati osserveranno e impareranno». Questa guerra, a suo parere, potrebbe essere una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo AI impiegato nella guerra perché – ragionevolmente – permetterà di stabilire in maniera più che concreta pregi, difetti, problemi da risolvere in questo sistema.

Habsora utilizzato anche per fare liste di militanti di Hamas da uccidere

Una dichiarazione sul dito ufficiale dell’IDF aiuta a comprendere il modo in cui Habsora viene utilizzato in guerra, allo scopo di «produrre obiettivi ad un ritmo veloce attraverso l’estrazione rapida e automatica dell’intelligenza» e «con l’obiettivo di una completa corrispondenza tra la raccomandazione della macchina e l’identificazione effettuata da una persona». Su quest’ultima affermazione, come vedremo in un articolo successivo, esperti hanno espresso non pochi dubbi.

Oltre a questo, Habsora è stato utilizzato – negli anni – per costruire un database di 30-40 mila individui sospettati di essere militanti di Hamas. Queste sono le persone che l’esercito, con gli attacchi missilistici, punta ad assassinare. Aviv Kochavi, capo dell’IDF fino a gennaio, ha affermato come, «una volta che questa macchina è stata attivata», nella guerra di undici giorni del 2021 ha permesso di generare cento obiettivi al giorno. «Per metterlo in prospettiva – ha spiegato – in passato producevamo 50 obiettivi a Gaza all’anno. Ora, questa macchina produce 100 obiettivi al giorno, il 50% dei quali viene attaccato».

Come abbiamo approfondito in un altro articolo del nostro monografico, inoltre, nel 2021 Israele ha firmato un contratto con Google e Amazon per ottenere un sistema di cloud computing e intelligenza artificiale.

(Foto copertina: IPP/zumapress)

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