Come funziona Habsora, lo strumento AI che sta portando alla massima distruzione possibile di Gaza

Definito «fabbrica di omicidi di massa» nell'inchiesta che lo ha portato alla luce, questo strumento AI (soprattutto per l'utilizzo che ne viene fatto) si sta dimostrando letale

06/12/2023 di Ilaria Roncone

Lo stiamo conoscendo come Habsora, Gospel o Vangelo ma si tratta sempre dello stesso strumento: quel software basato sull’intelligenza artificiale che sta permettendo a Israele di generare una serie di target da colpire. A parlarne per primo, accendendo un faro sulla questione e portando alle masse una maggiore conoscenza rispetto a quanto Israele sfrutti l’AI nel sua azione di invasione di Gaza, è stato il portale +972 in collaborazione con Local Call. Cos’è Habsora e come funziona (almeno per ciò che sappiamo e che è stato reso noto finora grazie alle testimonianze interne di ex membri dell’intelligence israeliana)?

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A cosa serve Habsora

Habsora viene utilizzato per individuare i militanti di Hamas, fornendo – in pratica – gli obiettivi fisici e i punti che vanno colpiti per avere la possibilità (non la certezza, sia chiaro) di colpire con i missili lanciati. A guidare la mano armata e le bombe su Gaza – per dare un’idea: 6 mila bombe, per un totale di 4 mila tonnellate di esplosivo, solo nei primi quattro/cinque giorni successivi all’attacco terroristico del 7 ottobre – è anche l’intelligenza artificiale, quindi.

Intelligenza artificiale che, idealmente, dovrebbe essere usata per limitare al minimo le perdite civili ma che – di fatti e come approfondiremo meglio in un pezzo ulteriore – non sta funzionando in questo senso. Ammesso e non concesso che le forze militari israeliane abbiano fatto il ragionamento relativo al minimizzazione delle perdite civili andando a sfruttare l’AI. Di recente, come riporta CNN, un portavoce dell’IDF ha definito, nel suo primo intervento, come «tremendamente positivo» il rapporto tra le perdite civili e i militanti di Hamas ammazzati: parliamo, nello specifico e secondo i dati dell’esercito israeliano, di due civili palestinesi uccisi per ogni militante di Hamas.

Citando una delle fonti dell’inchiesta di +972, emerge come «c’è la sensazione che gli alti funzionari dell’esercito siano consapevoli del loro fallimento il 7 ottobre, e siano impegnati nella questione di come fornire al pubblico israeliano un’immagine [di vittoria] che salverà la loro reputazione». E il 9 ottobre, mentre i decisori comunicavano al mondo in che modo Israele avrebbe reagito alle reazioni del 7 ottobre, i portavoce dell’IDF Daniel Hagari ha affermato che «l’enfasi è sui danni e non sulla precisione».

Come viene utilizzato nella pratica del conflitto

Quello che sappiamo del funzionamento di Habsora è stato raccolto, sfruttando fonti di intelligence e dell’esercito israeliano, nell’inchiesta da cui tutto è partito. Si tratta di uno strumento che, sfruttando l’intelligenza artificiale, «consente l’uso di strumenti automatici per produrre obiettivi in ​​​​veloce ritmo e opera migliorando materiale di intelligence accurato e di alta qualità in base alle esigenze».

Secondo quanto dichiarato, con questo strumento si andrebbe a causare «grandi danni al nemico e danni minimi ai non combattenti», che possono essere stanati a prescindere da dove si nascondano. Le fonti di intelligence hanno reso noto come, con Habsora, sarebbe possibili generare raccomandazioni automatiche per attaccare residenze private dove vivono persone sospettate di essere agenti di Hamas. Proprio su questi obiettivi, in seguito alla segnalazione, vanno a concentrarsi i bombardamenti dell’esercito israeliano.

Habsora elabora i dati che soldati e funzionari non elaborano

Eccolo qui, il ruolo dell’AI in guerra. L’elaborazione di enormi quantità di dati (tra cui anche quelli frutto del riconoscimento facciale che Israele ha effettuato nei confronti dei palestinesi senza il consenso) che «decine di migliaia di funzionari dei servizi segreti non sono riusciti a elaborare» per decidere quali obiettivi colpire in tempo reale.

Una rapida analisi: considerato che l’IDF stima che ci siano circa 30 mila membri di Hamas nella striscia, è facile comprendere – considerato l’utilizzo di Habsora – la vastissima e incessante distruzione di quella porzione di terra. Secondo quanto trapelato, possiamo supporre che il sistema – che è stato definito «fabbrica di omicidi di massa» – funzioni in tempi molto brevi più o meno così: una persona viene identificata come militante di Hamas. La segnalazione arriva ai soldati dell’esercito incaricati di far partire i missili che, a quel punto, hanno pochissimo tempo per esaminare il dato (per vedere, banalmente, se la persona indicata come appartenente ad Hamas lo sia effettivamente).

Come ha riferito una fonte, l’occhio umano «esaminerà gli obiettivi prima di ogni attacco, ma non è necessario che passi molto tempo su di essi». Una volta compiuto questo rapidissimo controllo umano sull’operato dell’AI, la procedura di attacco all’obiettivo comincia. E può interessare, come abbiamo visto in questi due mesi, edifici residenziali e qualunque altro tipo di luogo pur di colpire l’obiettivo che l’AI ha targetizzato.

(Foto copertina: Italy Photo Press)

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