Agcom cerca soluzioni per la age verification sui siti per adulti

L'Autorità ha avviato la consultazione pubblica per l’approvazione di un provvedimento che disciplina le modalità tecniche e di processo che i soggetti individuati dalla norma sono tenuti ad adottare per l'accertamento della maggiore età degli utenti

03/04/2024 di Gianmichele Laino

Ogni volta che ci troviamo di fronte a una questione spinosa che riguarda il digitale, l’Agcom avvia una consultazione sperando di poter ottenere, da parte degli esperti di settore, alcune soluzioni e alcuni spunti rispetto a una regolamentazione. Il più delle volte, ce lo ha insegnato l’esperienza, le consultazioni dell’Agcom partono da una base di partenza già in qualche modo stabilita e servono per prendere tempo, per escludere profili di illegittimità delle decisioni, per capire se – su qualche punto – si è stati deficitari. È successo con le consultazioni per l’equo compenso per gli editori, è successo per le linee guida sulla pubblicità degli influencer, succederà anche per l’age verification da inserire sui siti per adulti. Occorrerà capire, infatti, come l’autorità garante delle comunicazioni intenderà procedere per mettere una sorta di quota di sbarramento all’accesso dei siti che propongono video e contenuti vietati ai minori.

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Agcom e age verification: l’avvio della consultazione

Si parte da un assunto: la normativa vigente, secondo Agcom, fa riferimento più volte all’esigenza di implementare meccanismi di age verification «stabilendo che i minori hanno diritto ad un livello più elevato di protezione dai contenuti che potrebbero nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale, anche introducendo misure più rigorose nei confronti di ogni servizio della società dell’informazione». Si cita anche il Digital Services Act, che punta a garantire ai minori una particolare attenzione da parte delle autorità di vigilanza e da parte dei legislatori nazionali, per tutelare il loro diritto alla riservatezza, e che punta a far assumere alle grandi piattaforme digitali dei comportamenti appropriati in materia di age verification e di controllo parentale.

Il commissario relatore Laura Aria ha dunque predisposto, attraverso la delibera N. 61/24/CONS, la consultazione pubblica per l’approvazione di un provvedimento che disciplina le modalità tecniche e di processo che i soggetti individuati dalla norma sono tenuti ad adottare per l’accertamento della maggiore età degli utenti. Il responsabile della consultazione sarà Giovanni Santella, il Direttore della Direzione tutela dei consumatori dell’Autorità, e si prenderà cura affinché le mail di posta elettronica certificata possano arrivare in autorità nel termine previsto dei trenta giorni successivi alla pubblicazione della delibera.

I dati a supporto della consultazione Agcom

L’Agcom ha evidenziato come un minore su tre faccia utilizzo di internet e che un utente di internet su tre ha meno di 18 anni. Si tratta di abitudini che vanno a sostanziarsi in un ambiente, quello online, che originariamente e nativamente non sembra essere progettato per ragazzi minorenni. Dove, tra le altre cose, le barriere che fino a questo momento sono state innalzate per tutelare le esigenze dei minori rispetto ai contenuti sono state facilmente aggirate. Al momento, infatti, i sistemi di verifica dell’età avvengono tramite autocertificazioni, tramite carta di credito o tramite dati biometrici. Esistono anche altri metodi più sviluppati che, ad esempio, monitorano il comportamento degli utenti online e, da queste tracce lasciate in rete, possono arrivare a una stima piuttosto concreta della loro età. Per non parlare, poi, delle richieste esplicite come quelle legate alle identità digitali, al consenso dei genitori o dei legali rappresentanti, al digital identity wallet (una sorta di portafoglio per l’identità digitale), le app specifiche per la verifica dell’età e l’open banking.

Considerato anche che le piattaforme digitali e di social networking, negli ultimi anni, sono state portate a effettuare delle indagini più approfondite sull’età dei loro utenti (introducendo anche delle limitazioni rispetto alle funzionalità a cui possono accedere, a seconda dell’età dichiarata), «l’Autorità ritiene ragionevole seguire un approccio che sia tecnologicamente neutrale, che lasci ai soggetti tenuti alla realizzazione dei processi di age assurance una ragionevole libertà di valutazione e scelta, stabilendo tuttavia i principi e requisiti che devono essere soddisfatti dai sistemi messi in campo». Il tutto, dunque, rispondendo ai criteri di proporzionalità, protezione dei dati personali, intervento di soggetti terzi indipendenti e sicurezza. L’Agcom, insomma, vuole sapere se si ritiene opportuno che ogni piattaforma adotti il proprio sistema di verifica dell’età, se e come questi sistemi andranno a impattare sulla privacy degli utenti, in che modo i soggetti indipendenti possano essere utili (e sicuri) nei processi di age verification, quale deve essere la frequenza con cui si richiede a un utente la verifica dell’età, come dovrebbero essere gestiti eventuali reclami. Insomma, la strada sembra tracciata. Al massimo, tra qualche settimana, potremmo capire se ci saranno dei margini per comprendere come questa strada verrà costruita.

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