Il richiamo dell’Agcom a Giletti per come ha trattato «l’immagine della donna» sul caso Genovese
Il giornalista e conduttore, nei mesi scorsi, ha approfondito moltissimo il caso dell'imprenditore agli arresti
30/04/2021 di Gianmichele Laino
Nel richiamo dell’Agcom a Massimo Giletti c’è un po’ di tutto. Si parte dal rispetto dell’immagine della donna e della rappresentazione dei processi giudiziari e si arriva, in fondo, al bilanciamento della notizia e della sua trattazione, passando anche per l’eccessivo spazio dato all’argomento. Si sta parlando del caso di Alberto Genovese, l’imprenditore agli arresti con l’accusa di stupro. La trasmissione Non è l’Arena ha più volte affrontato e approfondito il caso, soprattutto nelle puntate del 2020. Nella giornata di ieri, 29 aprile, è arrivato il richiamo dell’Agcom a La7.
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Richiamo Agcom a Massimo Giletti per il caso Genovese
Le parole dell’autorità garante delle comunicazione prendono in considerazione i temi e le modalità di trattamento. In particolare, chiedono a La7 di vigilare «affinché assicuri il rigoroso rispetto dei principi sanciti nel Testo unico e nei provvedimenti dell’Autorità a tutela di una informazione imparziale e di una corretta modalità di rappresentazione dei procedimenti giudiziari e dell’immagine della donna, avendo cura di realizzare nei programmi di informazione dedicati a fatti di attualità oggetto di procedimenti giudiziari in corso un equilibrato contemperamento tra il diritto di cronaca e i diritti fondamentali della persona, evitando forme di spettacolarizzazione degli eventi che possano ledere la sfera personale dei soggetti coinvolti».
Secondo l’Agcom, il fatto di riservare 12 puntate (dunque 12 settimane, dal momento che il programma di Giletti va in onda ogni domenica sera) al caso di Alberto Genovese, dedicando a ciascuna di queste uno spazio compreso tra i 50 e gli 80 minuti non rappresenterebbe un esempio di informazione bilanciata. Problema, questo, in qualche modo opinabile: sicuramente, Giletti e gli autori di Non è l’Arena hanno un determinato polso (premiato anche dagli ascolti) per decidere le scalette delle proprie trasmissioni e affrontare gli argomenti che ritengono più d’appeal nei confronti del pubblico. Detto questo, è possibile esaminare come – negli spazi dedicati – siano affrontati questi argomenti.
Le contestazioni
L’Agcom, ad esempio, contesta «la spettacolarizzazione della notizia in cui i toni, le parole, la scelta degli ospiti e la sequenza narrativa sono elementi qualificanti» e sostiene che il confronto tra le rispettive tesi (difesa e accusa) non sia stato particolarmente equilibrato poiché c’era il «rischio di confusione tra i ruoli delle parti coinvolte, determinando sia una sorta di vittimizzazione secondaria sia, in definitiva, la perdita dell’efficacia informativa e sociale dell’approfondimento».
Contestazione dell’Agcom, dunque, per una vicenda che – sul finire del 2020 – è stata di assoluto interesse (e di certo Non è l’Arena non è stata l’unica trasmissione che ha affrontato il problema), ma che ha vissuto alcuni momenti di televisione non proprio edificanti.