Anche l’Onu ha creato una commissione di esperti per regolamentare l’AI
Nell'Advisory Body Onu per l'intelligenza artificiale è presente anche Paolo Benanti, che è anche membro del comitato sull’impatto dell’AI sul giornalismo
30/10/2023 di Ilaria Roncone
Stiamo sentendo tanto parlare dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) in quest’ultimo periodo nell’ambito che riguarda il conflitto internazionale a Gaza. Non sono solo i fronti caldi dal punti di vista degli aiuti umanitaria e della rappacificazione quelli che l’Onu presidia, evidentemente, considerato che una notizia fondamentale nell’ambito tech e AI a livello mondiale è l’istituzione dell’AI Advisory Body Onu.
Si tratta di un gruppo che comprende trentotto esperti internazionali che sono stati nominati dal Segretario generale Antonio Guterres ai quali spetta il compito di valutare quelli che sono i rischi e le opportunità dell’intelligenza artificiale andando a definire una governance internazionale prima del Summit del 2024.
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AI Advisory Body Onu, di quali compiti è incaricato?
I lavori dell’AI Advisory Body Onu sono appena cominciati. L’organo consultivo sull’intelligenza artificiale prevede la presenza, tra le se fila, anche dell’italiano Paolo Benanti (il quale fa parte anche del Comitato che studierà gli effetti dell’AI sul mondo dell’editoria in Italia). Il professore straordinario della Pontificia Università Gregoriana lavorerà insieme agli altri per fare sì che l’intelligenza artificiale possa essere impiegata per una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile puntando a rafforzare la cooperazione globale sulla governance del fenomeno.
I membri facenti parte dell’organo provengono da contesti diversi: settore privato, comunità di ricerca, membri di task force, mondo accademico e società civile. L’obiettivo fissato alla fine dl 2023 è quello di creare una serie di raccomandazioni preliminari che dovrebbero poi diventare definitive entro l’estate del 2024. Si tratta di un progetto che punta nella stessa direzione di quel codice di condotta per le aziende quando si tratta di AI a cui ha lavorato il G7, solo in un contesto ancora più ampio.
«Una governance coordinata a livello globale è l’unico modo per sfruttare l’IA per l’umanità, affrontandone al contempo i rischi e le incertezze, man mano che le applicazioni, gli algoritmi, le capacità di calcolo e le competenze si diffondono a livello internazionale – ha fatto sapere Guterras tramite una nota, si legge su Corcom -. Il potenziale trasformativo dell’intelligenza artificiale è difficile persino da comprendere e senza entrare in una serie di scenari apocalittici, è già chiaro che l’uso dannoso dell’intelligenza artificiale potrebbe minare la fiducia nelle istituzioni, indebolire la coesione sociale e minacciare la democrazia stessa».
Oltre a Benanti, il nome dei membri e la loro biografia completa – che spiega le ragioni per le quali sono stati selezionati – è disponibile sulla pagina che spiega le motivazioni dell’istituzione di un organo consultivo sull’AI.