Quindi Ibrahimovic è Dio e Achille Lauro è blasfemo?

L'esaltazione del centravanti svedese che si paragona all'onnipotente e la crocifissione social per il cantante a causa delle lacrime di sangue

03/03/2021 di Enzo Boldi

Boomer di tutto il mondo unitevi e scandalizzatevi: Achille Lauro ha ‘citato’ la Madonnina di Civitavecchia e le sue lacrime di sangue sul palco di Sanremo 2021. Accidenti, che blasfemia. Però, grandi applausi per Zlatan Ibrahimovic per la sua apparizione – compassata e ingessata, essendo un calciatore e non un conduttore – che ha riportato sul palco dell’Ariston il suo classico cliché del semi-Dio. Anzi, del Dio sceso in terra. La 71^ edizione del Festival della Canzone italiana non poteva che partire tra le polemiche e, come da tradizione, la prima serata ha già portato in auge un’inutile discussione social su Achille Lauro blasfemo.

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Partiamo dai fatti: intorno alla mezzanotte, il cantautore nato a Verona (ma cresciuto a Roma) sale sul palco dell’Ariston e si esibisce intonando le parole della sua ‘Solo noi’. E lo fa con il suo stile iconico che, nelle vesti (ma solo nelle vesti) ricorda quello di Renato Zero. Insomma, citazioni d’autore che – però – sono state criticate. Ma veniamo al punto della questione. Nel bel mezzo della sua esibizione, dai suoi occhi scendono lacrime di sangue che – ai più – hanno ricordato quelle della Madonnina di Civitavecchia che dal 2 febbraio al 15 marzo del lontano 1995, lacrimò sangue per 14 volte. Un fenomeno inspiegabile anche per la Chiesa cattolica. Ma se c’è chi ha sempre gridato al miracolo, a oltre 26 anni di distanza il Vaticano non ha ancora sciolto le riserve sull’evento miracoloso: insomma, per il momento non c’è stato alcun riconoscimento ufficiale, nonostante la legittima venerazione da parte dei fedeli che, ancora oggi, si recano nella Chiesa Parrocchiale di S. Agostino (a Civitavecchia) dove è esposta la statua.

Achille Lauro blasfemo, ok boomer

Il contesto storico fa da cornice all’accusa contro Achille Lauro blasfemo. Ovviamente, coloro i quali hanno mosso questa accusa sui social, non hanno colto neanche il messaggio che il cantante ha voluto mandare con la sua iconica esibizione sul palco di Sanremo 2021 (non è in gara, ma è uno degli ospiti fissi della kermesse).

 

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«Distante, Scostante, aliena, trafitta, io so come ti senti. Sono qui ferito dai tuoi errori, trafitto nei tuoi preconcetti, aiutami, perché ne ho bisogno, come si ha bisogno dell’amore di una madre, il puro bisogno di essere amati. Non dimenticare chi eri. Corpi nudi che si stringono, desideri, quando l’assenza di un padre ha la passione di Cristo, ha la febbre dell’oro. Quando davanti a un insensibile, arido, asciutto, impassibile, Tu sopravvivevi perché ti bastava un abbraccio. Promettimi che non ti dimenticherai perché tu sei questo ed Io sarò lì per guardarti abbracciare di nuovo, per guardarti amare ancora. Lettera del mondo all’umanità. Sono il glam rock, sono un volto coperto dal trucco, la lacrima che lo rovina, il velo di mistero sulla vita, sono la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico. Sessualmente tutto, genericamente niente, esagerazione, teatralità, disinibizione, lusso e decadenza,  peccato e peccatore, grazia e benedizione, Sono gli artisti che si spogliano e lasciano che chiunque possa spiare nella loro camera da letto, in tutte le stanze della psiche. Esistere è essere, essere è diritto di ogni uomo. Dio benedica chi è».

Un chiaro discorso su come esista un diritto di essere, per ogni uomo. E questo è un messaggio che tutti i cristiani dovrebbero aver colto leggendo i passaggi della Bibbia e del Vangelo. Ma, come spesso capita, le citazioni religiose vengono prese per buone solo in base a un principio utilitaristico.

Mentre Ibrahimovic è Dio, ma lì va tutto bene

E mentre si parla di Achille Lauro blasfemo, nessuno ha storto il naso per Zlatan Ibrahimovic che sul palco dell’Ariston prosegue nel suo paragone con Dio. Durante una delle sue comparsate al fianco di Amadeus, infatti, il centravanti svedese del Milan – tra le tante cose dette (già dette, già viste, già ascoltate) – ha detto: «I miei non sono follower, sono believer, persone che credono in me». Insomma, nel bene e nel male Ibra è stato Ibra. Ma, giustamente, lì non si parla di blasfemia. Perché ovviamente tutti conoscono la sua spavalderia. Ma tutti conoscono anche lo stile comunicativo di Achille Lauro. Certo, un po’ provocatore, ma la blasfemia è ben altro. I due pesi e le due misure, come al solito, sono come due bandiere che cambiano direzione in base al vento dell’indignazione socia.

(foto di copertina: da Sanremo 2021, Rai1)

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