Mini-maratona di 16 ore, l’Europa trova l’accordo sul Digital Services Act
Nella notte i rappresentanti delle istituzioni europee hanno trovato la convergenza sul disegno di legge
23/04/2022 di Gianmichele Laino
Alla fine, è servita una mini-maratona di 16 ore. Un tempo lungo, ma non eccessivo se si pensa ad altri accordi del genere tra le istituzioni dell’Unione Europea. Fatto sta che, sul testo del disegno di legge del Digital Services Act, adesso, c’è un accordo e una convergenza. Dopo l’approvazione del Parlamento Europeo, infatti, era necessario un ulteriore passaggio tra rappresentanti della stessa assemblea, del consiglio e della commissione europea. L’accordo è arrivato nella notte ed è stato suggellato dal tweet di Ursula von Der Leyen.
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Accordo DSA, l’intesa raggiunta nella notte del 23 aprile
«L’accordo odierno sul DSA è storico – ha scritto la presidente della Commissione Europea -. Le nostre nuove regole proteggeranno gli utenti online, garantiranno libertà di espressione e opportunità per le imprese. Ciò che è illegale offline sarà effettivamente illegale online nell’UE. Un segnale forte per persone, aziende e paesi in tutto il mondo». Quest’ultima parte della sua affermazione ricalca da vicino quella della vicepresidente e commissaria alla concorrenza e al digitale Margrethe Vestager, che aveva ribadito il concetto recandosi a Bruxelles in sede di avvio delle trattative per l’approvazione del testo.
Lo abbiamo detto più volte: il DSA cerca di disciplinare l’utilizzo di quelle piattaforme digitali che hanno più di 45 milioni di utenti attivi. Dunque, si tratta delle aziende Big Tech che, in Europa, troveranno delle leggi con cui non si erano mai trovate a far fronte in altre parti del pianeta. Innanzitutto, arriverà una stretta maggiore sui prodotti dell’e-commerce, cercando di garantire la sicurezza dei prodotti venduti, evitare le contraffazioni, sventare le truffe attraverso l’identificazione delle persone che li mettono in vendita, responsabilizzando – su questo aspetto – le piattaforme, che dovranno effettuare le opportune verifiche e che dovranno immediatamente intervenire nel caso di denuncia di una violazione.
Ma il Digital Services Act riguarda soprattutto i contenuti diffusi in rete attraverso i social network, ad esempio. Le piattaforme avranno l’obbligo di vigilare sulla loro regolarità e di attivarsi per la rimozione di contenuti illegali. Chi non dovesse conformarsi al DSA – e questo accertamento verrà fatto attraverso il monitoraggio da parte di organismi indipendenti posti sotto la supervisione dell’Unione Europea -, potrebbe rischiare sanzioni fino al 6% del fatturato della singola azienda chiamata in causa. Nella notte, poi, è stato trovato anche uno spazio specifico per far rientrare in questi contenuti problematici e sottoposti a manipolazione le informazioni distorte che arrivano in Europa a proposito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.