Oggi è il secondo anniversario dell’abolizione della povertà

Il 28 settembre del 2018 la famosa frase di Luigi Di Maio dopo l'accordo sul Def

28/09/2020 di Enzo Boldi

Immagini che rimarranno nella storia dell’Italia e della sua classe politica. Oggi, 28 settembre 2020, cade una grande ricorrenza per il nostro Paese: due anni fa arrivò l’abolizione della povertà. Quel pugno alzato verso il cielo in segno di vittoria, una (piccola) folla festante di parlamentari e attivisti pentastellati sotto al balcone di Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri che aveva approvato l’accordo sul Def con i primi tasselli per Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Sono passati esattamente due anni, ma la situazione non sembra essere migliorata. Anzi.

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Quel fermo immagine di Luigi Di Maio che alza il pugno al cielo, con alle spalle i ministri del Movimento 5 Stelle, sembrano appartenere a un’Era storica distante anni luce. E, invece, era solo il 28 settembre del 2018 quando – in piena notte – arrivò quell’accordo accompagnato da quello slogan: «Abolizione della povertà». E in molti ci aveva creduto e sperato. Poi, 731 giorni dopo, il lento risveglio dal torpore del sogno e le criticità emerse, ancor più evidenti oggi con l’annuncio di una revisione di quei due contenitori che erano alla base di quel Def salutato con l’esultanza: Reddito di Cittadinanza e Quota 100.

Abolizione della povertà, il secondo anniversario

Perché le cose non sono andate come si sperava e quel pugno verso il cielo si è trasformato (per molti cittadini) in un pugno nell’occhio di chi sperava, ma non ha visto la propria situazione mutare più di tanto. Ovviamente la situazione Covid non ha aiutato e il potere di acquisto degli italiani, nonostante RdC e Quota 100, non è migliorata. Ma quell’abolizione della povertà rimarrà scolpita nei secoli della politica italiana e della storia d’Italia. Anzi, quei due provvedimenti sono e saranno soggetti a ripensamenti.

Da quota 100 al reddito di cittadinanza

La riforma del sistema pensionistico non ha dato i suoi frutti (o, almeno, quelli sperati) e Giuseppe Conte ha detto che non sarà prorogata per i prossimi anni. Il reddito di cittadinanza, invece, sarà rivisto. Soprattutto per i criteri di assegnazione: sono tanti (troppi) i casi di beneficiari del sussidio che, in realtà, non avevano i requisiti. Insomma, la povertà non è stata abolita. Affatto.

 

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