Conte mette nel mirino anche il reddito di cittadinanza e critica il suo assistenzialismo

Diverse le interlocuzioni con i ministri e con Domenico Parisi di Anpal

28/09/2020 di Gianmichele Laino

Nunzia Catalfo, Paola Pisano, Domenico Parisi. Sono i tre interlocutori (i ministri del Lavoro e dell’Innovazione e il presidente di Anpal) con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato a lungo in questi giorni. Dopo la bocciatura – inevitabile utilizzare questa parola – di quota 100, arrivano anche i retroscena di un Conte contro reddito cittadinanza. Tuttavia, il presidente del Consiglio non sarebbe per una sua cancellazione tout court, ma per una sua revisione, che possa prendere maggiormente in considerazione il fatto di inserire le persone nel mondo del lavoro, senza trasformarle in passivi percettori di un reddito calato dall’alto.

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Conte contro reddito cittadinanza, la presa di posizione del presidente del Consiglio

Secondo Giuseppe Conte, questa attuale formulazione del reddito di cittadinanza sarebbe sin troppo assistenzialista e non quella soluzione che, invece, il Movimento 5 Stelle in primis e le diverse forze politiche che nei giorni e mesi successivi hanno imparato ad accettarla avevano pensato per creare nuove opportunità di lavoro.

Giuseppe Conte, al momento, critica il fatto che non esista ancora un sistema informatico che possa mettere in collegamento chi cerca lavoro e chi offre lavoro, nonostante uno stanziamento importante di denaro da parte dell’esecutivo. Il sistema dei navigator, infatti, non è propriamente soddisfacente da questo punto di vista e i risultati attesi sull’inserimento nel mondo del lavoro da parte dei percettori del reddito di cittadinanza sono al di sotto delle aspettative.

Tanto più che, nei prossimi mesi, si avvicina una prima scadenza per i percettori della prima ora del reddito di cittadinanza: la misura assistenziale, infatti, è valida per 18 mesi. Sarebbe stato il tempo necessario per trovare loro un lavoro. Invece, si sta trasformando in un parcheggio senza orizzonte. Per questo motivo, Giuseppe Conte chiede un cambio di passo: «In questo modo – riporta il retroscena del Corriere della Sera – non può continuare a funzionare».

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