Zoom pagherà 85 milioni di dollari alle vittime di Zoombombing

È il frutto di un accordo derivante dalla presentazione di diverse class-action di persone che si sono sentite danneggiate da queste operazioni

23/04/2022 di Redazione

Una delle esperienze che sicuramente sono da considerare parte di questa epoca storica pandemica che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ancora oggi è quella dello zoombombing. Si tratta di quell’azione per cui, nel bel mezzo di una video-call di Zoom (meglio se con un numero molto alto di partecipanti), qualcuno fa irruzione all’interno della chiamata, proponendo ai partecipanti dei contenuti che nulla hanno a che vedere con lo scopo della chiamata stessa.

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Zoombombing, l’accordo economico raggiunto da Zoom

Il giudice federale Laurel Beeler del tribunale della California ha concesso l’approvazione finale all’accordo che è stato depositato per la prima volta a luglio: adesso è ufficiale e Zoom verserà ben 85 milioni di dollari cash a tutti i membri delle class-action che avevano accusato la compagnia di essere stata negligente e di non aver fatto abbastanza per evitare problemi di questo genere. In tanti si sono detti turbati dalle interruzioni di zoombombing e, per questo motivo, hanno chiesto il maxi-risarcimento che, adesso, verrà accordato loro.

Sono state, infatti, ben 14 le class action presentate dagli utenti contro la società con sede a San Jose, nel lasso di tempo compreso tra marzo e maggio del 2020, nel pieno periodo della pandemia, quando tutti stavano iniziando a utilizzare con molta più frequenza Zoom e quando, probabilmente, non si era ancora sufficientemente preparati al zoombombing in questione.

A far partire le class action sono state prevalentemente delle associazioni religiose: mentre i loro incontri si svolgevano attraverso Zoom, infatti, ci sono state delle interruzioni esterne che hanno costretto i partecipanti a visualizzare del materiale pornografico o, addirittura, pedopornografico. Oltre a versare la cifra ai querelanti, inoltre, Zoom ha accettato di revisionare la sicurezza delle riunioni, rafforzare le sue policies sulla privacy e salvaguardare i dati dei consumatori.

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