La Gen Z abbandona i social network

Già dal 2020 i giovani nati tra il 1995 ed il 2010 si sono allontanati dai social, ma nel 2022 lo fanno sempre di più per evitare dinamiche tossiche

20/04/2022 di Martina Maria Mancassola

La Gen Z abbandona i social: era il 2020 quando l’ultimo sondaggio della Digital Society Index – condotta a livello globale da Dentsu Aegis Network -, rivelava come la Generazione Z stesse riducendo l’utilizzo dei social e delle proprie attività sul web. Un quinto dei giovani tra i 18 e i 24 anni, infatti, risultava aver disattivato i propri account sui social (un quarto in alcuni paesi come il nostro), mentre un terzo limitato l’utilizzo del cellulare durante il giorno. Dopo due anni, la tendenza rimane la stessa, anzi, aumenta in positivo. Oggi, infatti, la gen Z è sempre più lontana dai social network.

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La Gen Z abbandona il mondo dei social: in realtà lo sta facendo già da tempo

La generazione Z si allontana, dunque, dai social media. Secondo un recente sondaggio commissionato dalla banca di investimento Piper Sandler, infatti, solo il 22% dei soggetti intervistati di età compresa tra i 7 e i 22 anni ha individuato Instagram come la propria app preferita, in decrescita rispetto al 31% di aprile di due anni fa. L’ultimo studio veniva condotto – durante la pandemia per esaminare il rapporto tra persone e tecnologia – dalla Digital Society Index -, su più di 5.000 «GenZers» in tutto il pianeta, parte integrante di un’analisi realizzata su una popolazione mondiale di 32.000 persone. L’analisi ha mostrato che, nonostante le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria abbiano fatto aumentare le attività online, un quinto (17%) dei GenZers ha disattivato i propri account sui social media nell’ultimo anno. E la tendenza è evidente in tutta Europa (dal 34% dei giovani finlandesi al 30% nella penisola iberica). In Italia, addirittura, il 25% dei giovani tra i 18 e i 24 anni hanno disattivato il proprio profilo social. A livello globale, ad ogni modo, si registra una riduzione del tempo trascorso online o sul proprio smartphone (31%), mentre in Italia, nello specifico, il 35%. Quasi la metà, poi, (il 43%; in Italia il 44%) risulta aver adottato misure per limitare la quantità di dati condivisi sul web, come per esempio eliminare la cronologia delle ricerche o non acconsentire ai servizi di geolocalizzazione.

Conosciuti per essere sempre con il telefono in mano, gli zoomers – i giovanissimi nati tra il 1995 e il 2010 – decidono sempre più di allontanarsi dai social e prendere le distanze dalle «tossiche» e «ossessive» piattaforme TikTok e Instagram, ritrovando un po’ di tempo da spendere offline. Gabriella Steinerman è una ragazza ventenne che al New York Post ha dichiarato: «quando la elimini ti rendi conto che non ne hai bisogno», aggiungendo di aver abbandonato sia Instagram che TikTok nel 2019, provando poi un immediato sollievo. Secondo un rapporto del Wall Street Journal dell’anno scorso, Facebook ha rilevato che Instagram risulta dannoso per le giovani poiché alimenta una visione distorta della propria fisicità. Provocherebbe, inoltre, ansia e depressione. Meta ha minimizzato il problema, anche se è stata citata in giudizio perché accusata, insieme a Snapchat, di aver creato dipendenza dai social network in un giovane ragazzo, il quale poi si sarebbe suicidato. Di recente, è stato realizzato uno studio in Gran Bretagna che, in realtà, non ha individuato una comprovata diretta relazione tra l’uso eccessivo dei social ed il malessere dei giovani. Tuttavia, limitarne l’uso è ciò che si raccomanda.

Gabriella non è l’unica ad aver abbandonato i social; anche il ventiduenne studente della Penn State Pat Hamrick ha chiuso il suo profilo sia Facebook che Instagram due anni fa, e ha dichiarato di aver immediatamente notato un enorme miglioramento nel suo umore: «mi ha fatto sentire meglio nella vita di tutti i giorni, ora faccio le mie cose a modo mio». Molti giovani stanno, comunque, lasciando anche TikTok (social preferito ad Instagram dalla generazione Z): il ventunenne Manny Srulowitz ha dichiarato di aver trovato «molto facile eliminarlo» e che dedicare meno tempo sui social non ha avuto ripercussioni negative sulla sua vita sociale.

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