Ma gli adulti sanno come parla la Gen Z?

Un tweet diventato virale mostra la pagina di un libro scolastico con la consegna: "elimina da questo dialogo tutti i termini tipici del linguaggio giovanile"

18/10/2021 di Giorgia Giangrande

Da ieri mattina, 17 ottobre, un’immagine sta facendo il giro del web. Pubblicata originariamente su Twitter, è stata poi condivisa da svariati profili su Instagram. L’oggetto? Una pagina di un libro scolastico in cui è riportato un dialogo tra ragazzi, da riscrivere eliminando tutti i termini tipici del linguaggio da Gen Z.

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Il dialogo che dovrebbe rappresentare il linguaggio della Gen Z

L’immagine presente nel tweet – diventato virale – riporta la consegna di un libro scolastico, che recita così «Leggi questo dialogo tra ragazzi e riscrivilo, eliminando tutti i termini tipici del linguaggio giovanile». L’idea appare piuttosto in linea con il proposito di analizzare la lingua per coglierne le sue evoluzioni nel corso del tempo. Il linguaggio giovanile, infatti, è uno slang come tanti altri, ovvero quel gergo usato da determinati gruppi sociali, in questo caso dalla Gen Z. Qualcuno nei commenti del post però non sembra d’accordo: «non ci sono linguaggi giovanili, sembra che stiano imitando dei boomer che tentano di essere giovani». In effetti, la consegna diventa inverosimile quando, nel creare il dialogo, gli autori del testo utilizzano un’accozzaglia di parole sconnesse tra loro, alcune delle quali abbastanza datate.

linguaggio gen z

Nei commenti al tweet, qualcuno propone anche un cambio di consegna: «Leggi questo dialogo tra ragazzi e riscrivilo, eliminando tutti i termini tipici del linguaggio giovanile secondo i 60enni»

I giovani negano di parlare come gli adulti credono che parlino

Non è dato sapere l’età anagrafica di chi ha scritto questo dialogo, però dal «Bella raga, come butta?» sembra di essere tornati al blog di Msn, quando si tentava faticosamente di creare una propria community e quando editare il testo faceva sentire meritevoli di un ECDL. Ma era il 2009.

Oggi, nessun Gen Z sognerebbe mai di esordire con un «Bella raga, come butta?» in una conversazione con gli amici, così come nessuno userebbe all’interno della stessa frase la sequenza di parole: mitico, para, sclero, botto, friendzonato, situa, non ci sto dentro. Non sarà un po’ too much pensare che i giovani di oggi usino questi termini con così tanta frequenza? Che alcuni di questi vengano utilizzati è innegabile, ma – scrive un utente – «perché agli adulti dovrebbe interessare: dalla notte dei tempi ogni generazione ha “creato” il proprio gergo per differenziarsi dalle generazioni precedenti… generazioni precedenti che di regola hanno sempre gioiosamente (e saggiamente) ignorato la cosa».

L’intento della casa editrice era senz’altro quello di stare al passo con i tempi e di far sentire gli studenti a loro agio nell’interfacciarsi con una consegna a loro vicina, il risultato però è stato diametralmente opposto alle aspettative. Perché alla Gen Z quel dialogo è apparso come una «tipica conversazione tra boomer che per sentirsi giovani inventano parole a caso», dinamica ripresa ironicamente anche dal comico Valerio Lundini.

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