L’utilizzo sbagliato di profili falsi sui social ha fatto arrestare lo zio di Saman Abbas

Gli investigatori sono riusciti a risalire all'indirizzo ip da cui partivano le comunicazioni

23/09/2021 di Redazione

Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, è stato arrestato a Parigi, dopo un blitz nel quartiere Garges-lès-Gonesse. La polizia francese, che ha lavorato insieme a quella italiana, ha fatto irruzione nel suo appartamento, dove l’uomo ha dapprima fornito generalità false e poi non ha consegnato alcun documento. Tuttavia, l’analisi delle sue impronte digitali ha confermato la sua identità. Lo zio di Saman è stato tradito dai suoi account social.

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Zio di Saman arrestato grazie ai social network

I social network hanno avuto un ruolo cruciale nella vicenda della giovane ragazza di origini pakistane che è scomparsa ad aprile da Novellara (Reggio Emilia). Dalle conversazioni tra lei e il fidanzato con cui sarebbe voluta fuggire si sono comprese le intenzioni della famiglia di mettere in pericolo la sua vita, sono emerse le minacce di morte che aveva ricevuto, è stato possibile comprendere il timore costante in cui la giovane ragazza viveva. E adesso i social network hanno permesso di individuare anche lo zio imprudente, che adesso deve rispondere delle accuse di aver pianificato l’omicidio della nipote e di averne guidato l’occultamento del cadavere.

Isabella Chiesi, la procuratrice capo reggente di Reggio Emilia, ha confermato che l’uomo utilizzava dei falsi profili sui social network. Aveva leggeremente modificato il suo aspetto fisico, facendosi crescere il pizzetto e ingrassando leggermente, soprattutto in volto. Ma alcuni tratti distintivi – come un neo sul viso – erano rimasti immutati. Gli inquirenti si sono insospettiti nel monitoraggio dei social network e sono riusciti a risalire agli indirizzi ip utilizzati dall’uomo per comunicare, continuamente, con i suoi profili falsi.

È un errore davvero grossolano da parte del principale sospettato per l’omicidio di Saman Abbas: l’utilizzo dei social network, anche se da profili falsi, può essere sempre monitorato dalle autorità competenti, soprattutto se l’identità del sospettato è nota. Il prossimo passaggio è quello di capire se le comunicazioni continue attraverso i social network – rivolte comunque a una cerchia ristretta di persone – siano state svolte anche con altri indagati. Il caso, come è evidente, non è ancora chiuso.

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