Zao è l’applicazione cinese che rende ancora più facile la realizzazione di video deepfake

In un attimo si può diventare Leonardo Di Caprio in Romeo+Juliet o Titanic, o Sheldon di Big Bang Theory: il tutto caricando un semplice selfie. È il segreto del successo di Zao, l’applicazione cinese che permette in pochi secondi di creare brevi video deepfake partendo da immagini di film e serie tv. L’app cinese ha scalato la classifica di Apple Store in pochissimi giorni, ma dopo i primi entusiasmi cominciano a sorgere i primi problemi, ovviamente intorno alla privacy.

Zao è l’applicazione cinese che rende ancora più facile la realizzazione di video deepfake

Il fenomeno dei video deepfake è sempre più presente nei social network. Dopo quelli con Nancy Pelosi e Mark Zuckerberg, o quello meno pericoloso di Jon Snow sulla stagione finale di Game Of Thrones, la tendenza ha incontrato quella del face-swap, ovvero la possibilità di sostituire il proprio volto a quello delle celebrities. Ed è questa la carta vincente di Zao, l’applicazione cinese che permette di immedesimarsi nei propri beniamini semplicemente caricando un selfie. Pochi secondi, pochi click e il gioco è fatto: lo dimostra il video esplicativo pubblicato su Twitter da Allan Xia, che ha raccolto i suoi esperimenti fornendo versioni di Titanic o di Game Of Thrones in chiave asiatica sostituendo il suo volto a quello degli attori.

https://twitter.com/AllanXia/status/1168049059413643265?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1168049059413643265&ref_url=https%3A%2F%2Fmashable.com%2Farticle%2Fface-swap-deepfake-chinese-app-zao%2F

Il successo travolgente di Zao, seguito da un altrettanto veloce declino

L’applicazione ha avuto un successo immediato, arrivando al primo posto delle app più scaricate da Apple Store in Cina e raccogliendo sotto l’hashtag #Zao più di 8 milioni di contneuti su Weibo, la versione cinese di Twitter. Dopo i primi entusiasmi però, gli utenti si sono ribellati in merito alle clausole della privacy. Così come era successo con FaceApp, l’applicazione che permetteva di invecchiare, ringiovanire o modificare il proprio volto e cambiare genere, la domanda è la stessa: che fine fanno tutte quelle immagini e informazioni caricate e rielaborate dall’intelligenza artificiale?

La versione di Zao infatti non chiariva la propria policy, reclamando «diritti gratuiti, irrevocabili, permanenti, trasferibili e in grado di affidare le licenze» in merito a qualsiasi contenuto caricato sull’app, come riporta Mashable. Notato l’inghippo, gli utenti hanno criticato aspramente l’azienda, con più di 4000 recensioni negative legate proprio alla gestione della privacy. Tanto che l’applicazione WeChat ha bannato qualsiasi contenuto proveniente da Zao sulla piattaforma di messaggistica.

«Comprendiamo la preoccupazione per la privacy – si legge nel comunicato rilasciato dall’account di Zao -Abbiamo ricevuto il feedback e risolveremo i problemi che non abbiamo preso in considerazione, il che richiederà un po’ di tempo»

(Credits immagine di copertina: frame video Twitter                    Allan Xia‏ @AllanXia)

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