Zaia annuncia tamponi in tutto il Veneto. E saranno realizzati «in casa»
17/03/2020 di Enzo Boldi
«Se la comunità scientifica mi dice che non servono, e io invece sono convinto che siano utili, ebbene, continuo a farli». Così Luca Zaia ha annunciato, nella sua intervista a Il Corriere della Sera, di voler effettuare tamponi a tappeto in tutta la sua Regione per verificare tutti i casi di contagio da Coronavirus, anche quelli che risultano essere asintomatici. Il Veneto, dunque, decide di andare per la propria strada e non si fa neanche spaventare dalla carenza dei test, perché la soluzione – dice il governatore – l’hanno in casa.
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«Del bilancio mi importa poco, vale sempre meno della vita dei miei concittadini. Non mi faccia dire che me ne frego dei soldi, ma insomma ci siamo capiti – ha spiegato Zaia -. Tutto a spese nostre». I soldi per finanziare questi tamponi a tappeto arriveranno anche da donazioni fatte da imprese e singoli cittadini. Il modello che il governatore del Veneto vuole seguire è quello di Vo’ Euganeo dove «su tremila tamponi, abbiamo trovato un cluster di 66 positivi più altri diciotto che non erano del paese ma avevano avuto contatti con persone infette. Quasi tutti asintomatici. Dopo la quarantena, ne abbiamo fatto un altro. E siamo rimasti con solo sei positivi».
Zaia e il modello Vo’ Euganeo su scala Regionale
Per farlo, però, servono i tamponi che stanno scarseggiando in questo momento. Secondo Zaia, però, sono le aziende che li distribuiscono con il contagocce, ma il governatore della Regione Veneto ha un asso nella manica, una ricetta che permetterebbe di realizzare test ‘fai da te’: «Li facciamo in casa, con tecniche di laboratorio. A farla breve, si prepara il brodo, così viene chiamato, che sostanzialmente è reattivo, e lo si mette in una provetta sterile».
L’esperimento già provato dei tamponi fatti in casa
Il governatore leghista sottolinea come questa cosa sia stata già fatta nel recente passato, «usando tamponi già imbevuti, con dentro il liquido di reazione. Come bere acqua minerale o farsela dopo con la polverina. Non è mica una cosa da stregoni. Per i tecnici di laboratorio è una prassi regolare».
(foto di copertina: da pagina Facebook)