Valerio Staffelli si chiede perché i passeggeri arrivati a Fiumicino da Wuhan non vengano messi in quarantena

23/01/2020 di Redazione

La tensione in merito al coronavirus è palpabile sin da quando sono stati diffusi i primi reali dati sulla portata del contagio. Il virus, fino a questo momento, ha giù interessato centinaia di persone e ha provocato nove vittime (questo il dato fino ad ora disponibile e ufficiale). Si è diffuso a partire dalla città di Wuhan, in Cina, che è stata isolata: i voli e i trasporti sono stati bloccati e le autorità locali hanno chiesto di non frequentare la città nel corso delle manifestazioni per il capodanno cinese di fine mese. Oggi, è atterrato a Fiumicino anche l’ultimo aereo che collega la città cinese a Roma e all’Italia. Valerio Staffelli, inviato di Striscia la Notizia, ha contribuito a diffondere un certo allarmismo su quest’ultimo episodio.

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Wuhan, Valerio Staffelli e il post allarmista su Instagram

Valerio Staffelli, infatti, si è chiesto perché siano state adottate sui passeggeri delle misure evidentemente ritenute blande (controllo della temperatura e della presenza di possibili sintomi influenzali) e si è chiesto – da profano, ha detto lui – per quale motivo queste 202 persone non siano state messe in quarantena.

Tutte le misure di sicurezza e profilassi prese per i 202 passeggeri arrivati a Fiumicino da Wuhan

Ora, non c’è bisogno di confondere ulteriormente le acque: innanzitutto, il protocollo sanitario che è stato messo in piedi a Fiumicino per la prima volta dall’esplosione del contagio è quello standard previsto in casi di forte rischio in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Le 202 persone a bordo, che hanno superato questi controlli, non possono essere considerati degli ‘untori’ – come sembra sottinteso nel post Instagram di Valerio Staffelli – e, anzi, saranno seguiti anche nei prossimi giorni, nel caso il virus dovesse manifestare i suoi sintomi dopo qualche ora dal loro atterraggio. Il modulo che è stato fatto firmare loro, infatti, prevede di indicare tutti i successivi spostamenti.

Insomma, una quarantena non avrebbe senso. Il proprio ruolo di personaggio pubblico all’interno di una corretta informazione, priva di allarmismi, dovrebbe essere alla base di un utilizzo consapevole dei social network.

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