Il coronavirus e lo spettro della Sars
21/01/2020 di Redazione
Si chiama coronavirus ed è il nuovo spettro che sta attraversando il pianeta, dalla Cina fino a tutte le altre direzioni internazionali. Lo cercano negli aeroporti, dove i passeggeri che arrivano da Pechino e da Wuhan in modo particolare sono sottoposti a dei controlli in tutti gli scali del mondo (compreso l’aeroporto di Fiumicino). Vogliono evitarlo gli apparati di sicurezza e di sanità di tutti i Paesi, invitando i propri cittadini a mettersi in viaggio per alcune destinazioni cinesi solo se strettamente necessario.
Cos’è il coronavirus e come stanno crescendo i casi
Il coronavirus, è stato dimostrato, può essere letale. Si sono registrati, fino a questo momento, sei morti in totale. Mentre i casi di contagio stanno aumentando: nella giornata di oggi, se ne contano altri 291. Si tratta di un virus molto forte che può essere trasmesso anche da uomo a uomo. Ovviamente, non per via aerea semplice, ma con un contatto diretto.
Lo ha spiegato bene il professor Giovanni Rezza che è responsabile delle malattie infettive all’Istituto Superiore di Sanità. Si è anche detto molto preoccupato per gli effetti che questo virus potrà avere, perché ricorda molto vagamente la Sars, l’influenza che in un anno riuscì a provocare la morte di circa 800 persone.
I sintomi del coronavirus secondo l’istituto superiore di sanità
I sintomi sono molto simili: sembrano inizialmente quelli di una comune influenza, ma molto più acuta. Potrebbero subentrare polmoniti, insufficienze respiratorie e renali che, nei casi più gravi, potrebbero addirittura causare la morte del soggetto. Secondo Rezza: «Il coronavirus ha la struttura per l’80-90% corrispondente a quella della Sars. La Sars era molto aggressiva mentre su questo nuovo micro organismo bisogna essere ancora un po’ cauti. Apparentemente sembra meno virulento, però è vero anche che lo conosciamo da poco, il follow up dei malati è stato ancora relativamente breve».
Il contagio tra uomo a uomo arriva con lo scambio di mucose, mentre invece si può contrarre dagli animali attraverso un contatto diretto (ad esempio, i primi a essere stati colpiti dal virus sono stati dei frequentatori di un mercato di bestiame). Al momento, non è possibile disporre di un vaccino contro il coronavirus: il farmaco andrebbe messo a punto in seguito a un lavoro piuttosto lungo e laborioso. Per ora, l’unico trattamento possibile è quello di una terapia intensiva, soprattutto per persone che, in seguito a condizioni cliniche preesistenti, sono molto fragili.