Putin vuole inserire in costituzione il matrimonio tra uomo e donna e la fede della Russia in Dio

È ormai noto, anche se non se ne parla mai abbastanza, che il presidente russo Vladimir Putin stia puntando a una sostanziale modifica della costituzione per rafforzare i suoi poteri, anche dopo la scadenza del suo mandato nel 2024. Secondo la carta fondamentale della Russia, infatti, la carica di presidente non può essere ricoperta dalla stessa persona per due mandati consecutivi. E su questo si basa la riforma della Costituzione che Vladimir Putin sta cercando di promuovere in questo particolare periodo storico.

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Modifica della costituzione in Russia: gli emendamenti di Vladimir Putin

Tuttavia, la revisione costituzionale delle istituzioni che guidano il Paese non è l’unica modifica che il presidente sta cercando di promuovere. Il duo obiettivo è quello di disegnarsi una carta fondamentale su misura, che possa accogliere tutti i punti salienti che hanno animato la sua azione politica negli ultimi anni. Tra questi provvedimenti, spicca anche quello di escludere completamente le unioni omosessuali dalla Costituzione, ribadendo che il matrimonio riconosciuto in Russia sia esclusivamente quello tra uomo e donna.

Inoltre, avrà spazio nella costituzione fortemente voluta da Putin anche l’attestazione di fede del popolo russo a Dio, in ottica di una svolta confessionale che mai la storia della Russia aveva vissuto dopo la rivoluzione del 1917. La motivazione di questo emendamento trova terreno fertile nella prossimità tra il presidente russo e la Chiesa Ortodossa. Quello proposto da Vladimir Putin, insomma, sarà una sorta di concordato, che renderà molto più sovrapponibili lo stato russo e la sua chiesa.

L’emendamento sul territorio, inoltre, prevede l’impossibilità per la Russia di cedere sovranità su propri territori, rafforzando la conquista della Crimea (recentemente annessa, dopo la guerra contro l’Ucraina) e delle Isole Curili (contese con il Giappone a partire dalla Seconda Guerra Mondiale).

Il disegno di legge sulla riforma costituzionale è stato approvato dalla camera bassa del parlamento russo – la Duma di Stato – a gennaio. Ma ora ci sarà spazio per questi nuovi emendamenti proposti direttamente dal presidente russo, che dovranno essere discussi nel corso della seconda lettura prevista per la prossima settimana. Nella prima tornata di proposte, invece, era già stato stabilito che alcuni poteri in capo al presidente russo dovranno essere trasferiti al parlamento: tra questi quello di nomina del primo ministro.

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