Per Vittorio Feltri, Luca Sacchi era “un giovane in astinenza che ha dovuto soccombere”

26/10/2019 di Redazione

Vittorio Feltri si scaglia contro quello che definisce «un problema gravissimo che però non viene preso sul serio dalle autorità di pubblica sicurezza». Nel suo ultimo editoriale il giornalista ha preso spunto dal recente caso di cronaca che ha visto coinvolto il giovane Luca Sacchi, freddato da un colpo di pistola alla testa mentre era nella periferia della Capitale in compagnia della sua fidanzata.

Benché in un primo momento si fosse parlato solo di una rapina finita male e nonostante la ragazza di lui, Anastasia Kylemnyk, continui a difendere questa versione dei fatti, è emersa un’altra verità. Pare che dietro ci sia un tentativo di acquisto di droga. I due avrebbero incontrato Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, pusher poco più che ventenni con precedenti penali (il primo per percosse, il secondo per spaccio), proprio per acquistare delle sostanze stupefacenti. Qualcosa, però, è andato storto dell’affare e Luca Sacchi ci ha rimesso la vita sotto gli occhi della sua compagna.

«Un giovane in astinenza che ha dovuto soccombere»: Vittorio Feltri lo ha definito così, con queste parole. Ma è ancora da chiarire il legame effettivo della vittima col mondo della droga, che anche la fidanzata ha categoricamente smentito. E infatti è proprio lei, Anastasia Kylemnyk, la figura chiave della storia: i contatti coi due pusher potrebbero essere stati presi dalla 25enne ucraina, che aveva con sé un’ingente somma di denaro forse da destinare proprio all’acquisto degli stupefacenti.

Vittorio Feltri su Luca Sacchi

Il giornalista ha esplicitamente puntato il dito contro le Forze dell’Ordine, poco attive nella lotta allo spaccio di stupefacenti che interessa sempre più città. Non è certo solo un problema della Capitale o di Milano, ma anche di centri più piccoli, dove quotidianamente le strade sono affollate di pusher che spacciano anche alla luce del sole. Inquietante a suo dire che ci sia un’attenzione così scarsa su un problema così serio e grave, quando poi parallelamente ci si concentra magari di più su «chi vìola un divieto di sosta».

«Una storia squallida», secondo Vittorio Feltri

Ciò che rende squallida la vicenda di Luca Sacchi è quanto la droga abbia invaso le vite del giovani, abituandoli a un concetto di divertimento che corre di pari passo con quello dello spaccio. Per Feltri il vero problema del mondo d’oggi non è la violenza, che pure andrebbe combattuta con mano più ferma. Ma la droga, vero e proprio fenomeno sociale, una realtà drammatica non adeguatamente fronteggiata, che causa un’ondata di violenza senza pari.

A prova della sua tesi, il giornalista ha richiamato la memoria al recente caso del vicebrigadiere del Carabinieri ucciso da due turisti americani «in circostanze dubbie». I due killer erano in cerca di cocaina.

E per avvalorare il suo pensiero e la sua invettiva contro le «schifezze mortali» e il poco impegno nel debellarle Feltri ha riportato alla mente il pensiero di don Chino Pezzoli, da decenni impegnato su questo fronte. «La magistratura è severa fino a un certo punto – scrive – un punto morto e non capisce che la maggior parte dei reati dipende dal commercio e dal consumo di droga. I pochi che vengono arrestati soggiornano in galera 24 ore e poi tornano liberi di delinquere, quasi fossero ladri di galline».

 

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