Vittorio Feltri non riesce a definire Mario Cerciello Rega «un eroe»
30/07/2019 di Enzo Boldi
I suoi pensieri sono liberi, come il nome del quotidiano di cui è il direttore editoriale. Spesso e volentieri le sue idee sono destinate a far discutere sia nel merito che per i toni usati. L’ultimo tweet di Vittorio Feltri rientra nella macro-collezione di frasi discutibili scritte sui social dal giornalista che – con il suo solito fare da provocatore – pone dubbi sulla possibilità di definire Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio, un eroe. Il motivo? Tutto dipende da quanto detto oggi dagli inquirenti in conferenza stampa.
Nel racconto del caso ai cronisti, infatti, il colonnello Francesco Gargaro – seduto al fianco di Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, e Nunzia D’Elia – ha spiegato che «Non c’è stata possibilità di usare le armi. Primo perché è disciplinato e comunque perché sono stati sopraffatti nell’immediatezza. Né il carabiniere Varriale poteva sparare a un soggetto in fuga, altrimenti sarebbe stato lui indagato. I colpi in aria a scopo intimidatorio non sono previsti dal nostro ordinamento». Evidenze che sono state condite anche da una rivelazione: Mario Cerciello Rega non aveva la pistola con sé. E da qui il, tweet di Vittorio Feltri.
E se il compagno del vicebrigadiere non si accorge che il collega viene aggredito forse é un po’ stranito, almeno lui poteva sparare
— Vittorio Feltri (@vfeltri) July 30, 2019
Vittorio Feltri e il tweet anti-eroe
In realtà il Vittorio Feltri pensiero è stato estrinsecato in due tweet, ma nel primo mette in dubbio la possibilità di effigiare e onorare (a parole) il carabiniere ucciso: «Un vicebrigadiere che dimentica la pistola in casera e si fa accoltellare da un ragazzotto mezzo scemo fatico a definirlo eroe». In poche righe ha messo in dubbio la professionalità del carabiniere ucciso, sottolineando come si sia fatto uccidere da «un ragazzotto mezzo scemo».
(foto di copertina: ANSA/MOURAD BALTI)