Salvini mette alla gogna social un uomo che stava tentando il suicidio

Un uomo ha tentato il suicidio sdraiandosi nudo sui binari della stazione di Villapizzone, un quartiere a Nord di Milano. Un tentativo tragico che è stato utilizzato dal ministro dell’Interno per fare propaganda al suo Decreto sicurezza bis, al voto (entro stasera) al Senato. Ovviamente, come spesso capita sulla pagina Facebook di Matteo Salvini, questa condivisione non ha che potuto generare una valanga di commenti di odio nei confronti dell’uomo (che è stato fermato dalla polizia).

Il gesto dell’uomo, un 38enne che aveva scelto Villapizzone come il luogo per porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce, dovrebbe essere trattato con garbo come richiede anche la stessa disciplina giornalistica (e Matteo Salvini si fregia di essere un pubblicista) e senza dare giudizi. E, invece, sulla bacheca social del ministro dell’Interno si è partiti alla solita valanga di insulti e commenti da cabaret di infima qualità.

Villapizzone, l’aspirante suicida finisce sulla bacheca di Salvini

È vero: i poliziotti stavano tentando di salvare la vita dell’uomo che stava tentando il suicidio alla stazione di Villapizzone e il 38enne ha sbagliato a reagire in malo modo agli agenti che stavano facendo il loro lavoro, tentando di non fargli compiere l’estremo gesto (che poi non si sarebbe perpetrato perché la circolazione ferroviaria era stata interrotta proprio per evitare la sua morte). Ma che un ministro utilizzi un tentativo di suicidio per sponsorizzare un decreto sicurezza è quanto di meno opportuno possibile.

La gogna mediatica è immediata

E invece ecco che sotto al post di Matteo Salvini sono arrivati i soliti commenti dei leoni da tastiera che hanno inveito contro l’uomo: « io sono per la libertà di scelta… lo lasciavo lì… punto», scrive una donna. «Portatelo a casa della Boldrini, lei saprà fare buon uso delle c.d. risorse», commenta un uomo senza sapere neanche se l’aspirante suicida fosse italiano o straniero. E via con una valanga di commenti che auspicavano la morte del 38enne e giudicano senza conoscere la sua storia. Ma, ormai, ci siamo abituati. Come con la storia del frigo lanciato (da spagnoli in Spagna).

(foto di copertina: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO)

Share this article