L’appello social di Giona per studenti e giovani talenti: «Dobbiamo ridimensionare il nostro sogno?»

Abbiamo contattato Giona, il giovane che ha raccontato la sua storia e il suo percorso in un conservatorio di Napoli, denunciando la situazione dei giovani talenti abbandonati in Italia

04/01/2021 di Ilaria Roncone

Giona è un giovane di 23 anni che sta per terminare il percorso al conservatorio dopo dieci anni di studio. Diplomato al liceo scientifico, ha sempre lavorato nel corso degli anni per dare una mano alla sua famiglia poiché sua madre se ne è andata quando aveva 12 anni e suo padre, da solo, non riusciva a mantenere tutti quanti. Con il Covid la sua situazione – come quella di tanti altri – è peggiorata drasticamente. Oggi, grazie al video virale Giona, il giovane sta raccogliendo soldi per finanziare non solo se stesso ma tutti gli altri giovani studenti – tanti – che si trovano nella sua stessa situazione e che si chiedono se devono rinunciare al proprio sogno.

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Video virale Giona: la denuncia per quei giovani talenti abbandonati

 

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Il video-appello del giovane Giona ha raggiunto moltissime persone. In questi 12 minuti racconta della sua situazione e propone una serie di riflessioni sul sostegno che, in Italia, viene riservato a coloro che scelgono di fare le cose per bene e di studiare – in conservatorio come in altri ambiti – e che non solo non viene adeguatamente sostenuto dalle istituzioni scolastiche ma che viene scavalcato da personaggi che nascono sui social e che vengono contattati da case di produzione facendo soldi anche con una sola canzone. Emblematico il caso, citato da Giona, del successo social della signora di Mondello con “non ce n’è Covid”. Successo che l’ha portata a fare una canzone.

«La mia domanda è: devo ridimensionare il mio sogno?»

Nel video Giona fa un appello preciso a Giuseppe Conte e a coloro che possono cambiare le cose: «La domanda che quindi faccio a tutti è: devo ridimensionare il mio sogno?». L’appello di Giona è un richiamo alla meritocrazia, come ci ha spiegato, che parte da una serie di riflessioni e dalla scoperta – dopo aver pubblicato questo video su Instagram – che sono in tanti a vivere come lui in questo momento. «Su tante cose non c’è cura, quando di fanno trasmissioni è tutto un “diventare famosi”, “toccare l’apice” e dietro non c’è nessun percorso, sono molte le volte in cui dietro non ci sono studio pregresso o titoli di studio; dall’altro lato ci sono persone che fanno gavetta tutta la vita e non raggiungono mai l’audience desiderata e un artista che non ha audience – che sia piccola o che sia grande – non ha senso di esistere. Lo scopo non è essere seguito ma toccare: se tu fai qualcosa e non sei seguito ma lo fai con passione, con studio e con risultati eccellenti e poi c’è gente che magari lo fa peggio di te, senza nessun seguito, però è un personaggio allora è normale che ci sia una critica al mondo dello spettacolo. Non voglio parlare per luoghi comuni o accusare il mondo dello spettacolo, ma tante volte il meccanismo è: diventi un personaggio, fai una canzone. Anche se non sai cantare». In parole povere: tanti diventano famosi, hanno risonanza, riescono a guadagnare solamente perché sono personaggi sui social senza che dietro non ci sia nulla.

L’appello a Conte

«Ho riflettuto molto e penso che il patrimonio principale dell’Italia non abbia a che fare con cultura, architettura o storia. In questo tempo, e credo sempre per una nazione, il patrimonio più grande sono i giovani e i talenti. Bisogna guardarlo questo, non siamo bravi a salvaguardare il nostro patrimonio e in Italia sono tanti i casi in cui i giovani vengono trattati male, quei giovani che sono il motore della nazione, quelli che danno sogni alla nazione e che danno una visione futura, un percorso. L’Italia è una nazione ferma e tanti giovani vanno fuori, per raggiungere la propria realizzazione. Un tempo anche io ho visto questa come prospettiva di vita e a volte ancora lo vedo, però se vanno via tutti qua non resta nulla. Per amore dell’Italia sono rimasto, perché l’occasione di andarmene l’ho avuta». Cosa dovrebbe fare l’Italia? «Dare voce, spazio e sostengo – anche economico – al proprio patrimonio di talenti, che sono i giovani».

“Dona per farci studiare” su Gofundme

«Quando ho visto che il video era diventato virale ho capito che non ero solo non solo nel senso che c’erano persone che mi dimostravani affetti ma anche che tantissimi ragazzi vivono situazioni come la mia. Oggi mi ha contattato un amico che era al Conservatorio con me e mi ha detto che, per problemi simili ai miei, ha dovuto lasciare», spiega Giona ai microfoni di Giornalettismo quando gli chiediamo della sua campagna Gofundme – che nel momento in cui scriviamo ha raccolto più di 3.300 euro -. «Ho capito che non sono solo e voglio farmi portavoce di tutte le altre persone come me. Per questo ho iniziato questa campagna e il ricavato non sarà solo per me ma anche per i miei amici e per tutte quelle persone che sono in una situazione simile alla mia. Non volevo la viralità del video per ottenere incoraggiamenti e poi lasciare a piedi i miei amici, quindi questi soldi raccolti saranno per i ragazzi che non possono pagarsi gli studi e si trovano in difficoltà, lì lì per lasciare l’università».

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