La società di Pomezia che sta per testare il vaccino contro il Covid-19 risponde alle perplessità sui tempi ristretti
14/04/2020 di Redazione
Se da un lato c’è molta speranza sul lavoro della società Advent e IRBM di Pomezia, che avvierà – in partnership con l’Istituto Jenner dell’Università di Oxford – una sperimentazione su 550 volontari sani per cercare il vaccino contro il Covid-19, dall’altra parte, nella comunità scientifica italiana, c’è chi cerca di frenare l’entusiasmo. Quando, dalla giornata di ieri, è stato annunciato che la società italiana manderà a Oxford un primo lotto di campioni per i test – che partiranno da giugno – sugli esseri umani, c’è stato un rincorrersi di voci sui risultati attesi di questa sperimentazione.
LEGGI ANCHE > Rezza dell’ISS: «Fino alla scoperta del vaccino, non si tornerà come prima»
Vaccino coronavirus da Pomezia, la risposta di Di Lorenzo alle perplessità degli scienziati
Frena, ad esempio, Massimo Galli – primario del Sacco e ordinario di malattie infettive a Milano, che tutti noi abbiamo imparato a conoscere in questa emergenza coronavirus -: il professore sostiene che cinque mesi per testare un vaccino siano troppo pochi per poter effettuare tutte le verifiche del caso ed esprime qualche dubbio su questa prospettiva. Ma dall’altro lato arrivano delle rassicurazioni.
Abbiamo raggiunto al telefono Piero Di Lorenzo, CEO di Advent e IRBM, che dalla giornata di ieri sta cercando di offrire più spiegazioni possibile sulla sperimentazione per il vaccino. «Massimo rispetto per gli scienziati, per i ricercatori e per i medici – ha detto ai microfoni di Giornalettismo -, così come per tutte le loro opinioni. Posso dire che noi ci stiamo dando da fare: avendo soppesato due expertise già testate sull’uomo (quella dell’istituto Jenner sul vaccino contro la Mers e quello della piattaforma della società di Pomezia per validare il vaccino contro l’ebola, ndr), riteniamo di poter tagliare i normali tempi previsti per la sperimentazione».
Vaccino coronavirus, le tempistiche
Una sperimentazione che entrerebbe in quella che comunemente è la fase tre, ovvero quella di test su una quota piuttosto corposa di esseri umani sani. «Non stiamo dicendo di aver trovato il vaccino – ha detto Piero Di Lorenzo -, ma che abbiamo prove di non tossicità e che si stanno verificando condizioni tali da poter proseguire con le sperimentazioni».
Per questo motivo, la tabella di marcia resta confermata: «A fine aprile partirà il lotto da Pomezia per Oxford – ha concluso Di Lorenzo -, a giugno inizierà la sperimentazione e contiamo di essere pronti a settembre».