Unieuro dona più di 2 mila smartphone ai ricoverati che non possono comunicare con i familiari

È bello vedere come, in un periodo di estrema crisi per il paese, ci siano aziende e realtà che fanno a gara per mostrare solidarietà a coloro che sono colpiti dal coronavirus. Ognuno come può. Chi riesce trasforma le maschere da snorkeling in respiratori, altri donano conforto tramite l’ausilio di strumenti tecnologici. Uno dei lati più spaventosi del coronavirus è l’impossibilità, per chi viene ricoverato, di vedere i propri familiari per evitare ogni rischio di contagio. Unieuro ha pensato di donare oltre 2 mila smartphone per rendere più semplice rimanere in contatto a malati e familiari.

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Mille smartphone a Emilia-Romagna, altri mille per anziani delle aree più colpite

Unieuro, azienda di distribuzione elettronica e di elettrodomestici con sede a Forlì, ha voluto dare un contributo concreto partendo dalla regione Emilia-Romagna. La prima fase del progetto, già completata, prevedeva la consegna di mille smartphone Motorola negli ospedali della regione, sottolineando anche la buona collaborazione con la giunta regionale «che ha dimostrato una forte ricettività organizzativa e tecnologica». Insieme Unieuro e Emilia-Romagna hanno attivato «una vera e propria task force operativa in grado di non gravare sulle

strutture ospedaliere destinatarie e con l’obiettivo di rendere immediatamente disponibili i telefoni». Nel mentre si sta lavorando a un’ulteriore donazione di oltre mille device con sim – in collaborazione con Vodafone Italiaper gli anziani di ospedali e case di cura delle aree più colpite del paese. L’intento è quello di concedere loro di mantenere un contatto con i familiari anche qualora le tecnologie wi-fi non funzionassero bene.

Unieuro vuole «combattere questa disconnessione forzata»

L’amministratore delegato di Unieuro ha parlato di un «mondo iperconnesso» in cui «l’attuale emergenza sanitaria ha infiniti risvolti
tragici, persino quello di non consentire ai pazienti ricoverati di ricevere conforto e calore dai propri familiari». Proprio per arginare ciò arriva l’aiuto dell’azienda, il cui progetto è nato «ascoltando i racconti di chi lavora negli ospedali del nostro territorio: storie di tante persone ricoverate, costrette a privarsi anche dell’affetto dei propri cari proprio nel momento in cui ne avrebbero più bisogno», come ha riferito il direttore marketing Unieuro.

(Immagine copertina da Pixabay)

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