L’ultimo bollettino, Zanardi non verrà svegliato fino alla prossima settimana

23/06/2020 di Redazione

L’ultimo bollettino Zanardi del 23 giugno resta sulla scia dei precedenti, ma aggiunge un dettaglio fondamentale che potrà essere decisivo per quanto riguarda la personalissima battaglia tra la vita e la morte che sta portando avanti il quattro volte campione paralimpico dopo l’incidente in handbike a Pienza lo scorso 19 giugno.

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Ultimo bollettino Zanardi, le sue condizioni di salute

Alex Zanardi, infatti, non verrà risvegliato dal coma farmacologico al quale è stato sottoposto dai medici dell’ospedale di Siena fino alla prossima settimana. Soltanto allora si proverà a distaccarlo dai farmaci che, al momento, lo tengono sedato e soltanto in quella fase ci potrà essere un pronunciamento più completo e dettagliato sulle prossime condizioni di salute dell’ex pilota di Formula 1, diventato un simbolo di forza e coraggio dopo l’incidente del 2001 che gli costò l’uso degli arti inferiori.

«Il quadro neurologico – si legge nel bollettino – resta invariato nella sua gravità. Il paziente rimane sedato, intubato e ventilato meccanicamente. Eventuali riduzioni della sedo-analgesia, per la valutazione dello stato neurologico, verranno prese in considerazione a partire dalla prossima settimana. La prognosi rimane riservata».

Ultimo bollettino Zanardi, cosa dice l’équipe medica

Per quanto riguarda le sue attuali condizioni, nelle scorse ore erano trapelate alcune indiscrezioni da parte dell’équipe medica che sta assistendo Alex Zanardi. In modo particolare, le condizioni di salute dopo l’intervento sono ritenute sempre molto severe, ma comunque stabili, mentre la ricostruzione della calotta cranica potrebbe non fermarsi al singolo intervento a cui è stato sottoposto subito dopo essere arrivato in ospedale, nella giornata del 19 giugno.

In ogni caso, secondo gli esperti, Zanardi – se dovesse superare questa fase molto critica per le sue condizioni – non dovrebbe subire gli stessi danni permanenti di Michael Schumacher. Le due situazioni, secondo, ad esempio, il dottor Costa – per anni nel paddock della Moto Gp e per diverso tempo a contatto con i piloti anche in condizioni molto difficili – non sono paragonabili.

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