La tristezza del tweet di Franceschini in cui si dice addolorato per la chiusura dei teatri e dei cinema

La comunicazione del ministro dei Beni Culturali non è stata particolarmente apprezzata da intellettuali e artisti

25/10/2020 di Redazione

Con un tweet Franceschini annuncia la chiusura dei teatri e dei cinema dopo il nuovo dpcm firmato il 25 ottobre dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che contiene le ultime misure per cercare di contrastare la diffusione del coronavirus in Italia. I componenti dell’esecutivo e del comitato tecnico-scientifico hanno deciso, evidentemente, che i luoghi di cultura rappresentino un focolaio potenziale per la diffusione del contagio, anche se – rispetto ad altre situazioni – non sono documentati casi conclamati di catene di contagio legati a strutture che hanno sempre, dal momento della loro riapertura, garantito il rispetto delle distanze di sicurezza, favorite anche dalla loro particolare conformazione e dalla fruizione statica dello spettacolo stesso.

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Tweet Franceschini che annuncia la chiusura di teatri e cinema

«Un dolore la chiusura di teatri e cinema – ha scritto Franceschini sui social network -. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura».

Innanzitutto, la chiusura sarà attiva almeno fino al prossimo 24 novembre, come documentato all’interno del dpcm. Poi, bisognerà capire anche la portata delle misure di supporto a un settore, quello del mondo dello spettacolo, che anche nella fase estiva di maggiore ripresa delle altre attività ha avuto una risposta più tiepida da parte dei normali utenti.

Tweet Franceschini, la protesta sui social

Diversi gli artisti che hanno contestato il tweet di Dario Franceschini: scrittori, attori, operatori del mondo dello spettacolo, produttori hanno evidenziato come il professarsi addolorato per la scelta non cambi nella sostanza quello che accadrà di qui a qualche settimana, quando sarà evidente la crisi del settore sotto tutti i punti di vista.

La loro protesta è stata in qualche modo condivisa con la compagine di maggioranza di Italia Viva che ha definito la scelta dell’esecutivo incomprensibile. Gli esponenti del partito di Matteo Renzi – partito che ha partecipato alle decisioni collegiali del governo – si sono detti profondamente in disaccordo con la chiusura dei teatri e dei cinema.

È molto triste che in un Paese in cui si dice sempre che «ci sono altre priorità» (nemmeno la scuola, che è stata oggettivamente considerata ‘priorità’ è stata risparmiata dall’ultimo dpcm) si manchi puntualmente di dare un nome e un cognome a queste stesse priorità. Lasciando una enorme sensazione di vuoto. Non solo sociale, ma anche e soprattutto culturale.

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