Donald Trump vuole raddoppiare i dazi con la Cina

I rapporti tra Usa e Cina rischiano di inasprirsi ancora di più. Non solo le contrattazioni tra i due paesi sono ancora bloccate, il presidente Donald Trump ha deciso di stringere ulteriormente la morsa raddoppiando i dazi commerciali.

Trump e la lotta a colpi di dazi

«Questa settimana il presidente ha dichiarato che aumenterà il valore del dazio addizionale dal 10 al 25% – si legge in un comunicato ufficiale del rappresentante del commercio americano Robert Lighthizier – il dazio del 25% verrebbe applicato all’elenco di prodotti precedentemente annunciato il 10 luglio»

All’inizio di luglio infatti l’amministrazione americana aveva individuato una lunga lista di beni provenienti dalla Cina da sottoporre a dazi, che ammonterebbero ad un valore totale di 200 miliardi di dollari. Solo su 34 di questi la tassazione addizionale è effettivamente scattata, in principio intorno al 10%. Ora, su altri 16 miliardi da colpire ad agosto , Trump vorrebbe alzare il tiro con una tassazione del 25%  in quello che è diventato una sorta di braccio di ferro commerciale con la Cina.

Le rappresaglie tra i due paesi infatti non accennano a diminuire. Alla proposta di inizio luglio il vice ministro del Commercio cinese Li Chenggang aveva risposto aspramente definendola come «bullismo commerciale» aggiungendo che gli «incrementi tariffari reciproci su larga scala tra Cina e Stati Uniti porteranno inevitabilmente alla distruzione del commercio tra i due Paesi». E le borse ne avevano immediatamente risentito.

Di risposta, Trump ha detto che avrebbe risposto colpo su colpo attaccando il valore totale dell’importo dalla Cina: «Abbiamo altri 200 miliardi di beni da colpire, e se non basta altri 300 miliardi».

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Trump e i dazi, come andrà a finire

La lista dei beni incriminati dalla prima ondata di dazi americani colpisce 818 prodotti importati dalla Cina, che spaziano dall’abbigliamento fino a veicoli elettrici, da torni industriali a varie componenti per macchinari utilizzati nell’industria statunitense, passando anche per beni alimentari.

Di sicuro però non c’è ancora nulla. Date le continue modifiche e rappresaglie, l’ufficio del Rappresentante commerciale della Casa Bianca (Ustr), ha spostato la scadenza del dibattito al 5 settembre e non più fine agosto come inizialmente era stato previsto.

Intanto Camera e Senato hanno votato e approvato un budget da 717 miliardi di dollari per il Pentagono. Al suo interno sarebbero contenute anche misure dirette a contrastare le influenze di Pechino negli investimenti esteri e tecnologici.

(Immagine di copertina credit © Sadak Souici/Le Pictorium Agency via ZUMA Press)


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