Trump torna a parlare: «Se i Grandi elettori votano Biden lascio pacificamente»

Il presidente uscente torna a ribadire che, secondo lui, le elezioni sono state piene di brogli attaccando i giornalisti e definendo il segretario di Stato della Georgia "nemico del popolo"

27/11/2020 di Redazione

Trump per Thanksgiving torna a parlare alla stampa e rilancia le tesi complottiste delle ultime settimane, ma ammette: “Se i grandi elettori voteranno Biden lascerò la Casa Bianca pacificamente”. Una svolta clamorosa, che avviene nel mezzo di una conferenza stampa fatta di accuse, recriminazioni e attacchi, il più clamoroso dei quali contro il segretario di Stato repubblicano della Georgia, Brad Raffensperger, definito “nemico del popolo”.

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L’ammissione di Trump per Thanksgiving

In questa prima conferenza stampa dalle elezioni, Trump per Thanksgiving concede per la prima volta che se il 14 dicembre prossimo i Grandi elettori confermeranno i risultati elettorali e voteranno per Biden 306 a 232, “faranno un grave errore” ma lui lascerà la Casa Bianca pacificamente. Un’ammissione importante e inattesa, vista la continua campagna di delegittimazione delle elezioni fatta fino ad adesso dal presidente uscente e dal suo staff nonostante la totale assenza di prove di brogli.

E nonostante l’ammissione sulla vittoria di Biden, se i Grandi elettori seguiranno il volere degli elettori, Trump si è rifiutato di rispondere se parteciperà o meno alla cerimonia di inaugurazione del presidente eletto, pur ammettendo di sapere “già la risposta” e ha ribadito la sua convinzione sui brogli portando come prova principale la sua convinzione che sia “impossibile” che Biden abbia ottenuto 80 milioni di voti.

L’attacco di Trump per Thanksgiving al segretario di Stato della Georgia

E se è vero che Trump per Thanksgiving è tornato a parlare con i giornalisti, accettando pure la realtà della vittoria di Biden, il presidente uscente ha mostrato anche un nervosismo molto forte attaccando il segretario di Stato repubblicano della Georgia, Brad Raffensperger, per aver certificato i risultati nel suo Stato senza cedere alle pressioni della Casa Bianca, e anche un giornalista che aveva “osato” fare una domanda. Su Raffensperger, che nei giorni scorsi aveva accusato il presidente uscente di averlo “buttato sotto un treno” nonostante il suo appoggio e le sue donazioni, Trump ha detto che è un “nemico del popolo” per non aver ceduto alle pressioni della campagna del presidente uscente ma anche a quelle del senatore Lindsay Graham, che lo aveva invitato a “buttare via qualche migliaio di voti” per far vincere Trump nello Stato, fortino repubblicano dal 1996. Parole durissime, che poi hanno colpito anche un giornalista, al quale Trump ha intimato di usare un tono diverso con la versione a stelle e strisce del “lei non sa chi sono io”: “Io sono il presidente degli Stati Uniti, non puoi usare quel tono col presidente degli Stati Uniti”.

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