Nuovo libro di accuse a Trump: “Compromesso con la Russia”

Il libro dell'ex agente della FBI Peter Strzok riapre la questione del RussiaGate e accusa il presidente e la sua campagna per i loro legami con Mosca

08/09/2020 di Redazione

Il legame tra Trump e Russia torna al centro dibattito pubblico e a perseguitare il presidente degli Stati Uniti. A ritirare fuori il RussiaGate e le sue conseguenze è il libro “Compromised: Counterintelligence and the Threat of Donald J. Trump” dell’ex agente della FBI Peter Strzok, che ha collaborato all’indagine dello special counsel Robert Mueller prima di essere allontanato per alcuni messaggi in cui con una collega e amante attaccava Trump.

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Trump e Russia, le accuse di Strzok

Cacciato dall’FBI proprio per quei messaggi in cui prometteva alla collega e amante Lisa Page che per mesi hanno permesso a Trump e ai suoi di accusare di parzialità l’indagine di Robert Mueller, Strzok ha deciso adesso di raccontare la sua verità. L’ex agente, che era così  al centro dell’indagine Crossfire Hurricane da averne inventato il nome, non porta prove che il presidente abbia agito come testa di ponte del Cremlino, ma col suo racconto da testimone privilegiato sembra smontare definitivamente ogni possibile aggancio per le teorie dei supporter di Trump che il RussiaGate fosse una “farsa” creata ad arte per incastrare l’attuale inquilino della Casa Bianca. E anzi spiega come nel 2016 il personale di FBI e dipartimento di Giustizia fosse sbalordito dalla quantità di rapporti tra campagna di Trump e Russia. Rapporti che per Strzok, che si definisce “scettico” sul fatto che nonostante tanti indizi la campagna di Trump avesse un patto organico e strutturato col Cremlino, hanno compromesso comunque il presidente che oltre agli affari poco trasparenti, i soldi in nero usati a nome suo per silenziare donne e la gestione fraudolenta delle sue organizzazioni benefiche, aveva mentito sui suoi rapporti economici con l’ex Paese sovietico.

Trump e Russia, il potere delle bugie

“Putin sapeva che Trump aveva mentito e lo stesso Trump ne era consapevole” scrive Strzok, che era vice direttore della sezione Controspionaggio della FBI, e che vede in questo rapporto “un’intesa silenziosa tra i due che ha di fatto costituito l’architrave per possibili ricatti al presidente da parte del leader di uno dei Paesi da sempre più avversi agli Stati Uniti”. Una spiegazione che per Strzok è l’unica che giustificherebbe il fatto che “Trump abbia più volte scelto di agire contro gli interessi della sicurezza nazionale Usa ma chiaramente a favore della Russia”. Parole che il portavoce della Casa Bianca ha definito “totalmente senza senso” definendo l’ex agente della FBI “un buffone che ha scritto un libro che non vale la carta sulla quale è scritto”.

(foto di copertina dalla pagina Twitter di Peter Strzok)

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