Trump infiamma Kenosha: “Il razzismo non esiste in America”

Il presidente attacca i manifestanti e condanna le violenze e le devastazioni nella cittadina del Wisconsin per poi giustificare le violenze della polizia

02/09/2020 di Redazione

Non è servita a placare le tensioni la visita di Trump a Kenosha. Anzi, come ampiamente previsto, è servita a dare al presidente una piattaforma in vista delle elezioni di novembre spaccando però ancora di più la comunità locale con l’inquilino della Casa Bianca che ha ribadito le sue posizioni di sostegno assoluto alla polizia  e di condanna di ogni forma di protesta, negando che esista il razzismo negli Stati Uniti.

LEGGI ANCHE > Trump visiterà Kenosha, la città di Jacob Blake dove continuano le proteste

Le parole di Trump a Kenosha

Trump a Kenosha ha voluto farsi riprendere al centro della zona devastata dalle proteste anti razzismo della scorsa settimana per mandare un messaggio di assoluta condanna delle ragioni dei manifestanti. Il presidente ha infatti preso totalmente le parti della polizia addossando ogni colpa per gli scontri nella cittadina del Wisconsin a quelli che ha chiamato “terroristi domestici”, accusando i politici democratici della cittadina per aver rifiutato l’invio della Guardia Civile, quando in realtà è stato il governatore dello Stato a inviare gli aiuti. Nessun riferimento al ferimento di Jacob Blake, ennesimo episodio di violenza della polizia Usa su un afroamericano, del quale non ha incontrato neanche i parenti dopo la richiesta dei genitori di avere con loro un avvocato. Trump ha anzi definito le violenze nella cittadina “antiamericane” per poi, a precisa domanda dei pastori della madre di Blake durante la tavola rotonda sulla sicurezza, negare che esista il razzismo negli Stati Uniti.

Le risposte di Biden alla visita di Trump a Kenosha

Una visita blindata, quella di Trump, con la polizia a ogni angolo per evitare contatti tra i sostenitori del presidente e i manifestanti di Black Lives Matter. Pressato dai giornalisti sulla sua posizione sul razzismo sistemico negli States, il presidente ha ribadito la sua posizione contro quella che definisce “retorica anti-polizia”, provando a dipingere un quadro fosco dell’America se dovesse vincere Biden nonostante certi incidenti avvengano mentre lui è presidente. Per questo Trump ha condannato gli scontri a Portland, dove recentemente è stato ucciso un suo sostenitore, citando inoltre presunti aumenti di sparatorie nelle città governate da sindaci democratici. Accuse alle quali Biden ha risposto ribadendo che “Donald Trump ha fallito a proteggere l’America e adesso prova a spaventarla”e che “la violenza non è un problema per Donald Trump, è una strategia”. Si gioca quindi su questo terreno, che secondo la campagna di Trump aiuterà il presidente perché permette di non parlare dell’emergenza Covid 19 e della situazione drammatica dell’economia, la corsa alla Casa Bianca. Per questo Biden, pur sostenendo le ragioni di chi denuncia il razzismo sistemico negli Stati Uniti e la lotta alle violenze della polizia su neri e minoranze, ha voluto ribadire che “la gran parte dei poliziotti sono bravi, onesti e per bene” e che grazie al presidente Trump “i suprematisti bianchi stanno rialzando la testa in tutto il Paese”.

Share this article